rotate-mobile
Economia

Disoccupazione: donne in maggioranza. Licenziate, precarie, senza lavoro

Gli scenari locali per occupazione femminile e conciliazione, sono stati al centro della iniziativa promossa dall'Assessorato Pari Opportunità

Gli scenari locali per occupazione femminile e conciliazione, nell'ambito delle opportunità del”Patto per lo sviluppo intelligente e sostenibile” firmato a livello regionale, sono stati al centro della iniziativa promossa dall’Assessorato Pari Opportunità e Conciliazione del comune di Forlì nella mattina di sabato. Il confronto ha visto la presenza di rappresentanti  dei soggetti sociali ed istituzionali che dovranno darvi concreta attuazione.

Nell’introdurre il dibattito l'Assessora Maria Maltoni ha ricordato che se il tasso di occupazione femminile in Italia salisse dall’attuale 46% al 60%, il PIL aumenterebbe del 7%, sottolineando come la nostra Regione negli ultimi anni abbia superato gli obiettivi europei per l'occupazione femminile, ha evidenziato l’impegno del Comune di Forlì sul versante dei servizi a supporto della conciliazione famiglia/lavoro anche con progetti innovativi, confermato nonostante i tagli dei bilanci degli enti pubblici. Maltoni, in conclusione, ha auspicato che dal Patto possano venire nuovi strumenti di sostegno alla occupazione delle donne.

Gugliemo Russo, Vicepresidente della Provincia, ha portato gli elementi legati allo scenario del mercato del lavoro locale, dove la disoccupazione dal 2010 al 2011 è cresciuta dell’8,5%, mantenendo la forbice tra donne e uomini, che vede una maggior presenza di donne disoccupate, pari al 57,6%. Anche nelle liste di mobilità sono aumentate le donne licenziate per procedure di crisi aziendale. Il dato forse più preoccupante, è che nei pochi avviamenti al lavoro, prevalgono le forme di lavoro precario, sono infatti il 90,2% gli avviamenti a tempo determinato. L’azione della Provincia in questo quadro si sta dispiegando in particolare sostenendo, attraverso i processi di riqualificazione, le donne espulse dal lavoro con i corsi retravailler, le imprenditrici e le donne - soprattutto straniere - che lavorano nei servizi di welfare domestico.

Antonella Arfelli, in rappresentanza dei coordinamenti sindacali di CGIL, CISL e UIL, ha ricordato la recente campagna contro le dimissioni in bianco (che ha visto una significativa raccolta di firme anche nel nostro territorio) e le difficoltà delle donne nel conciliare lavoro e famiglia. Le donne sono meno occupate degli uomini, la crisi ha peggiorato questo dato e la maggiore precarietà riduce l’area dei diritti, anche quelli legati alla maternità. Nel territorio c’è una buona qualità di servizi per le lavoratrici, l’area forse più scoperta è quella dei servizi pomeridiani per i bambini in età scolare.

Monica Fantini di “Una sola voce per l’economia”, ha sostenuto che il tema della occupazione femminile va visto in una ottica di crescita complessiva della società, non solo di pari opportunità. L’aumento della occupazione femminile non fa cresce solo il PIL, ma anche il BIL, cioè l’indice di benessere e qualità della vita. Le donne che hanno ruoli manageriali costituiscono una sfida per le aziende e le organizzazioni, che quando  viene colta può costituire una forte fattore di innovazione anche per le imprese.

Per l'avvocata giuslavorista Patrizia Graziani, nonostante l’evoluzione della legislazione, molto resta ancora da fare. Ci sono troppe forme lavorative precarie che non tutelano la maternità,  i congedi parentali sono poco utilizzati dai padri e proprio per questo, forse è ancora presto parlare di congedi obbligatori di paternità. La crisi ha acuito le difficoltà per l’affermazione dei diritti legati alla maternità, le procedure fallimentare di molte aziende, i processi di mobilità, rendono sempre più difficoltoso il garantire alla lavoratrici madri le tutele che la legge e la Costituzione dovrebbero assicurare.

Paola Cicognani, responsabile Servizio Lavoro della Regione Emilia Romagna,ha evidenziato come la crisi abbia colpito duramente anche nella nostra Regione ed il mercato del lavoro si sia trasformato con l’introduzione di forme di flessibilità che non hanno aumentato l’occupazione, ma l’hanno suddivisa tra più soggetti. I dati sulla cassa integrazione evidenziano che nell’aumento del ricorso allo strumento, vi è un 17% di nuove imprese che lo utilizzano. Il “Patto per lo sviluppo intelligente e sostenibile” punta a sostenere l’innovazione del sistema produttivo regionale e la buona occupazione, attraverso incentivi alla stabilizzazione che premia chi assume donne. Ci sono oltre 60.000 ragazze laureate senza lavoro, perciò la Regione intende sostenere la creazione d’impresa in particolare femminile. E' molto importante definire azioni concrete, attraverso le iniziative delle istituzioni e degli attori sociali del territorio, per tradurre sul territorio le strategie individuate nel Patto per lo sviluppo Intelligente e sostenibile.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Disoccupazione: donne in maggioranza. Licenziate, precarie, senza lavoro

ForlìToday è in caricamento