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Economia

Dometic, le reazioni: è guerra tra industriali e sindacati. Nuovo sciopero

Gli amministratori hanno già espresso anche al direttore dello stabilimento di Forlì ed all'avvocato incaricato dall'azienda della trattativa in Italia, la propria valutazione nettamente negativa sull'accaduto

“Lo sciopero è una prima risposta alla gravità delle dichiarazioni dell’azienda e alle falsità contenute nello stesso comunicato. Come si può infatti parlare di 'prospettive di espansione di Dometic Italy di Forlì' quando siamo di fronte ad una procedura di mobilità che prevede il licenziamento di 40 lavoratori sui 58 dipendenti presenti nei tre siti di Forlì?”. I sindacati reagiscono con forza alla nota diramata dall'azienda. Intervengono anche  gli assessori comunale e provinciale, Maria Maltoni e Denis Merloni che esprimono la propria preoccupazione per quanto accaduto e dichiarano la propria disponibilità ad ospitare in sede istituzionale, l'incontro già fissato per il prossimo 5 settembre tra le parti, così come richiesto dalle organizzazioni sindacali

I sindacati intanto comunicano che, dopo le dichiarazioni dell'azienda, “oltre a mantenere un presidio permanente davanti ai cancelli per evitare che si ripetano blitz come quello della notte tra venerdì 23 e sabato 24 agosto, è proclamato uno sciopero delle prime quattro ore di lavoro per tutti i lavoratori della Dometic occupati nei tre siti di Forlì per venerdì, in occasione del quale sono previsti due presidi davanti ad entrambe le sedi di Unindustria di Forlì, in corso Garibaldi e in via Punta di Ferro”.

GLI AMMINISTRATORI LOCALI - Gli amministratori hanno già espresso anche al direttore dello stabilimento di Forlì ed all'avvocato Marinelli dello Studio legale Baker & Mckenzie, incaricato dall'azienda della trattativa in Italia, la propria valutazione nettamente negativa sull'accaduto, “in quanto le modalità con cui i dirigenti svedesi del gruppo si sono recati notte tempo nello stabilimento chiuso per ferie, dopo che in precedenza avevano disertato gli incontri istituzionali a cui erano stati invitati, evidenziano uno scarso rispetto anche formale delle istituzioni del territorio, oltre che degli accordi presi con i lavoratori. - affermano Maltoni e Merloni - Ricordiamo, inoltre, che Comune di Forlì e Provincia si sono fatti promotori anche di un incontro presso la Regione per individuare elementi utili al mantenimento del polo produttivo forlivese della Dometic. Questi fatti, peraltro ripetutisi, sicuramente non aiutano a trovare soluzione positiva ad una vertenza per certi aspetti incomprensibile, dato che la Dometic non è una azienda in crisi e nonostante ciò ha comunicato che intende trasferire in Cina le produzioni attualmente rimaste in Italia, lasciando nel nostro paese solo la progettazione dei prodotti. L'auspicio è che episodi di questo tipo, che minano anche la fiducia nell'affidabilità degli interlocutori, non abbiano a ripetersi e che nell'incontro del 5 settembre di cui c'è piena disponibilità ad uno svolgimento in sede istituzionale, possano essere poste le basi per l'apertura di un confronto concreto tra azienda e lavoratori sulle prospettive della Dometic nel nostro territorio”.

UNINDUSTRIA - I sindacati si scagliano anche contro le dichiarazioni di Giovanni Torri, presidente provinciale di Unindustria, apparse sulle pagine locali del Resto Del Carlino. ''La proprietà svedese della Dometic è libera di spostare la produzione dello stabilimento forlivese in Cina, o dove le pare e quando le pare. E può muoversi sia di giorno che di notte''. Questa, secondo il presidente Torri, è la ''cruda realtà imposta dal libero mercato''. Torri ricorda inoltre che è in corso una trattativa fra le parti per mantenere a Forlì una parte delle attività Dometic (settori ricerca, sviluppo e particolari produzioni). ''Auspichiamo che si arrivi ad un accordo, ma non possiamo obbligare nessuno a rimanere – ha detto -: siamo dispiaciuti di perdere un altro pezzo della nostra buona economia manifatturiera - aggiunge Torri - e siamo vicini alle persone di un'azienda sana e che, dalla mattina alla sera, si trovano senza lavoro e debbono iniziare un difficile percorso di cassa integrazione''. Di fronte all'attuale situazione per Torri c'è una sola via d'uscita: ''lavorare tutti assieme affinché il nostro territorio e il nostro paese tornino ad essere competitivi''.

CGIL REGIONALE CONTRO UNINDUSTRIA - Scrive una lettera aperta a Torri  Antonio Mattioli, responsabile Politiche contrattuali segreteria Cgil Emilia Romagna. “Apprendo con stupore, ma anche con rammarico e non solo, la dichiarazione che lei avrebbe rilasciato alla stampa locale in merito al caso Dometic, cioè che “l'azienda può andare dove vuole”. Balza agli occhi l'immediata assonanza con le dichiarazioni di Pedroni (“padrone” della Fimer di Formigine), che mentre l'azienda era chiusa per ferie ha trasferito gli impianti in Polonia, dichiarando che “in casa sua lui fa quello che vuole”. “Caro” Presidente Torri se questo è il modello di sviluppo che Unindustria di Forlì-Cesena, unitamente ad una parte di “imprenditori”, pensa di proporre al territorio ed al paese deve sapere che si sta rendendo responsabile di un conflitto sociale i cui effetti non sono prevedibili. Invece di isolare questi fatti, a dir poco indecenti e lesivi di un paese che si definisce civile, lei li giustifica ed addirittura si spinge poi ad esprimere ipocrita solidarietà a chi perde il lavoro. L'arroganza del suo atteggiamento, che pare trovi adepti come nei casi Fimer e Hydronic Lift, palesa l'assoluta mancanza di responsabilità etica e sociale nei confronti del territorio e dei cittadini che lo abitano. Schiacciare sotto i piedi la dignità che è propria del lavoro è insopportabile. Lei ignora i contenuti del Patto per attraversare la crisi e del Patto per la Crescita, sottoscritti da tutte le associazioni (compresa la sua) e da tutte le istituzioni di questa Regione, con i quali si bandivano e si osteggiavano comportamenti come quelli della Dometic: e chi ignora lo si può definire in un solo modo”.

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