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E' boom di brevetti europei nella provincia di Forlì-Cesena nel 2021: si registra un incremento del 24%

“I dati confermano le proiezioni di inizio anno, con un trend in crescita dei depositi di invenzioni, disegni e modelli, per le province di Forlì-Cesena e Rimini. Crescita ben superiore a quelle, sia nazionale, sia della Regione Emilia-Romagna"

Nell’anno 2021 si assiste ad una forte crescita delle domande di brevetto italiane pubblicate dall’European Patent Office (EPO) nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini; aumento nettamente superiore alla variazione regionale e a quella nazionale. Sono soprattutto le imprese i soggetti che presentano più domande, rispetto alle persone fisiche, con “tecniche industriali e trasporti” che assorbono più della metà della capacità innovativa made in Italy. Buona la percentuale dei brevetti riferiti alle Key Enabling Technologies (KET), cosiddette tecnologie abilitanti, con la categoria praticamente rappresentata per intero dalla “manifattura avanzata”; incidenza che, dati alla mano, risulta maggiore rispetto a quella che si riscontra in Emilia-Romagna e Italia.

“I dati confermano le proiezioni di inizio anno, con un trend in crescita dei depositi di invenzioni, disegni e modelli, per le province di Forlì-Cesena e Rimini. Crescita ben superiore a quelle, sia nazionale, sia della Regione Emilia-Romagna, che già , occupa una posizione di primissimo piano in ambito nazionale. La nostra regione, infatti, insieme a Lombardia, Veneto e Piemonte detengono ben il 72% delle domande complessive di brevetto – dichiara Roberto Albonetti, Segretario generale della Camera di commercio della Romagna –. Nel complesso, le domande italiane di brevetto pubblicate dall’EPO, European Patent Office, nel 2021 sono 4.555, con un incremento del +2% rispetto al 2020. Se a queste si aggiungono le domande presentate, ma non ancora pubblicate, il dato di crescita dello scorso anno schizza al +6,5%, a fronte di una media del +2,3% registrata dall’Unione Europea a 27. La pandemia, quindi, nel nostro Paese non ha frenato la crescita dei brevetti europei e questo rappresenta un fattore importante per l’innovazione delle imprese italiane e, in generale, per una solida ripresa dell'economia italiana. I brevetti, infatti, rappresentano, da un lato, il principale strumento di protezione della proprietà intellettuale, dall'altro, uno dei principali indicatori dell'attività inventiva ed innovativa e sono sempre più utilizzati come indicatore tecnologico”.

Il brevetto europeo, a differenza di quello nazionale, circoscritto al territorio dello Stato che lo concede, è valido in ciascuno degli Stati aderenti alla convenzione sul brevetto europeo ed acquisisce la stessa protezione. Inoltre, il brevetto europeo, a differenza di molti brevetti nazionali (incluso quello italiano), ha il vantaggio di costituire un titolo molto forte e di offrire maggiore certezza di diritti, essendo rilasciato a seguito di un esame di merito molto rigoroso.

Brevetti Europei: focus provinciale Forlì-Cesena

Nell’anno 2021 le domande di brevetto italiane pubblicate dall’EPO in provincia di Forlì-Cesena sono state 34 (4,4% del totale regionale), secondo numero più alto degli ultimi dieci anni (dopo le 35 del 2011), con un incremento del 24,1% rispetto al 2020 (27 domande) e del 29,2% rispetto alla media annua 2015-2020 (26 domande all’anno) Nello specifico, l’aumento annuo 2021-2020 risulta ben superiore sia alla variazione regionale (+9,1%) sia a quella nazionale (+2,0%).

Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, Forlì-Cesena occupa il sesto posto per numerosità dei brevetti europei (dopo Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Rimini); quarto posto, invece, per maggior crescita annua, in un contesto dove solo cinque province su nove fanno registrare incrementi (Rimini in primis, poi Modena, Parma, Forlì-Cesena appunto e Piacenza).

In termini di variazione 2021-2020, inoltre, decisamente positivo il posizionamento della provincia forlivese a livello nazionale (25° su 105 province di analisi).

Riguardo alla tipologia di richiedente, ben 28 brevetti europei sui complessivi 34 si devono alle imprese, 3 a soggetti privati e 3 agli enti di ricerca. La maggior parte delle invenzioni riguarda il campo tecnologico “necessità umane” (12 brevetti); seguono, nell’ordine, “tecniche industriali e trasporti” e “costruzioni fisse” (7 brevetti per ciascuno), “fisica” e “meccanica, illuminazione, riscaldamento, armamenti e salvataggio” (3 per ognuno) ed “elettricità” (2). Risultano 6, infine, i brevetti europei che si riferiscono alle KET, ovvero le tecnologie che la Commissione Europea ha definito abilitanti a tutti gli effetti, tutti afferenti alla “manifattura avanzata” (automazione e robot); l’incidenza sul totale dei brevetti (17,6%) risulta inferiore a quella dell’Emilia-Romagna (26,5%) e dell’Italia (20,0%).

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