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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Ecobonus serramenti, Cna: "Perché penalizzare il prodotto Made in Italy?"

CNA è contraria all’introduzione di limiti di spesa per la sostituzione degli infissi, perché favorisce i prodotti low cost di importazione

130 Imprese specializzate nella nostra provincia verrebbero penalizzate dall’ipotesi al vaglio del Governo di fissare limiti di spesa “parcellizzati”, per la sostituzione degli infissi. Invece di premiare la qualità del prodotto Made in Italy, si andrebbe nella direzione di favorire ed incentivare le produzioni low cost provenienti dall’estero. C’è un senso in tutto ciò?

“La bozza del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico – afferma Massimo Romualdi, presidente di CNA Produzione Forlì-Cesena – ritocca pesantemente i parametri di riferimento per gli sconti fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, tra cui anche la sostituzione degli infissi, penalizzando in particolar modo i produttori di serramenti e i cittadini, con il rischio di far perdere molte risorse di potenziali detrazioni”.

Il testo del decreto introdurrebbe tetti di spesa che sarebbero penalizzanti per il settore, in quanto volti a premiare serramenti low cost, per lo più importati dall’estero, con un’evidente distorsione del mercato a scapito di tutta la filiera di qualità delle nostre imprese e penalizzando il consumatore finale.

Oltre, dunque, alla riduzione dell’aliquota di detrazione, che per la sostituzione delle finestre è passata dal 65% al 50%, i prodotti di qualità tipicamente offerti dalle nostre pmi, verrebbero ulteriormente penalizzati. 

Allo studio ci sarebbe l’introduzione di una nuova famiglia di massimali al metro quadrato. Quindi a guidare le scelte di investimento dei privati non sarebbe più soltanto il tetto di detrazione complessivo (oggi fissato a 60.000 euro), ma un tetto “parcellizzato” che fissa un limite massimo oltre il quale non è possibile recuperare quanto speso.

“Infatti – conclude Romualdi – vengono indicati nuovi massimali unitari e questi limiti sono estremamente bassi e, in alcuni casi, risultano fuori dai parametri di mercato. Oltre a penalizzare produttori e clienti finali il rischio è, se passa il Decreto in questa versione, quello di incentivare l’evasione, non essendoci convenienza negli sconti fiscali; oltre, ovviamente, a quello di una penalizzazione della qualità e del Made in Italy. Chiediamo norme più semplici, più coerenti con il mercato e di ripristinare le aliquote di detrazione precedenti”.

CNA, unitamente alle altre associazioni che rappresentano la filiera del serramento, ha sottoposto ai Ministeri competenti queste perplessità, auspicando dei correttivi nell’emanazione dei decreti applicativi. 

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