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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Economia, la preoccupazione di Confartigianato: "Sommerso, un rischio per le imprese"

L’abusivismo e l’illegalità che contraddistinguono l’economia sommersa rappresentano un grave fenomeno di concorrenza sleale e costringono a politiche di contrasto ad alto rischio di complicazione burocratica

L’abusivismo e l’illegalità che contraddistinguono l’economia sommersa rappresentano un grave fenomeno di concorrenza sleale e costringono a politiche di contrasto ad alto rischio di complicazione burocratica, determinando un incremento dei costi per le imprese che operano correttamente. Come messo in luce dall’analisi dell’ufficio studi di Confartigianato quasi 4 milioni di fantasmi si aggirano per l’Italia, invisibili per il fisco e per le leggi dello Stato, ma molto pericolosi per gli imprenditori e per l’economia in generale. Sono gli operatori abusivi che popolano il sommerso, quel mondo parallelo in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle casse dello Stato, alle imprese regolari, ai consumatori. Come emerge dall’analisi, l’economia sommersa è un fenomeno in crescita: in quattro anni il valore aggiunto creato dal lavoro irregolare è aumentato di quasi il 9% e il numero degli operatori abusivi è lievitato del 2,5%. Una grave minaccia, che si annida ovunque e colpisce soprattutto i piccoli imprenditori: secondo Confartigianato, infatti, sono 850.000 le aziende artigiane esposte ai pericoli della concorrenza sleale degli abusivi. I settori più a rischio sono quelli delle costruzioni, dei servizi alla persona, dei trasporti e della ristorazione. Ma abusivismo significa anche contraffazione. Il mercato dei falsi produce un danno di quasi 9 miliardi di euro per l’economia del nostro Paese e a risentirne maggiormente sono le imprese della moda e dei prodotti farmaceutici. Spiega Marco Valenti, vicesegretario di Confartigianato Forlì “la quota più elevata di lavoro non regolare si registra in Calabria e Campania con più del 21% dell’indotto, seguite da Sicilia, Puglia e Abruzzo. All’opposto i tassi più bassi, sotto al 10%, in Veneto ed Emilia-Romagna. Un dato sicuramente positivo, che tuttavia non ci consente di abbassare la guardia sulla necessità di contrastare un fenomeno che non solo introduce turbative nei mercati, ma penalizza le aziende che lavorano nella legalità con adempimenti sempre più stringenti, per attestarne la correttezza.”

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