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Economia

Energia, Confartigianato: "L'ennesimo rinvio della liberalizzazione danneggia le imprese"

Per Confartigianato "i continui posticipi del processo di liberalizzazione non giovano al mercato, ledendo la fiducia nella concorrenza e ritardando i benefici che deriverebbero ai consumatori e ai fornitori di energia da un dinamismo concorrenziale pieno ed efficiente"

Il decreto milleproroghe, convertito nella legge 21/2021, ha disposto l’ennesimo rinvio del superamento delle tutele di prezzo nel mercato elettrico per circa 200.000 microimprese e per le famiglie che non avverrà più il 1° gennaio 2022, ma il primo gennaio 2023. Per Confartigianato "i continui posticipi del processo di liberalizzazione non giovano al mercato, ledendo la fiducia nella concorrenza e ritardando i benefici che deriverebbero ai consumatori e ai fornitori di energia da un dinamismo concorrenziale pieno ed efficiente".

Confartigianato auspica che, "dopo questo, non ci siano ulteriori rinvii: le imprese, infatti, non si tutelano proteggendole dal mercato, ma mettendo quest’ultimo nelle condizioni di dispiegare i suoi effetti positivi". Per la Confederazione "più che dedicarsi a posticipare il completamento della liberalizzazione, sarebbe più utile impegnarsi a rimuovere i veri ostacoli all’elasticità della bolletta delle piccole e microimprese, ingombrata da componenti amministrate su cui la concorrenza non ha alcun potere".

Chiariscono i vertici dell'associazione: "Invece di fermare il mercato, Confartigianato ribadisce la necessità di avviare una vera riforma degli oneri generali del sistema elettrico, eliminando lo squilibrio che oggi vede le piccole imprese che consumano il 33% dell’energia pagare il 48,5% degli oneri generali di sistema in bolletta. Purtroppo, al già noto carico gravante sulle piccole imprese, si aggiungeranno a breve 4 euro per ogni punto di prelievo perché si è deciso di far pagare a chi rispetta i propri impegni quanto non versato dai clienti morosi".

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