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Energia rinnovabile, Confagricoltura: "Servono meno vincoli. Ecco come dare slancio a foto e agrivoltaico"

Confagricoltura ha portato le sue osservazioni in merito durante l’udienza conoscitiva della Commissione Politiche Economiche della Regione Emilia-Romagna

Energia e agricoltura sono due mondi sempre più connessi e in futuro lo saranno ancora di più. Ma perché il settore primario sia effettivamente protagonista della transizione energetica – per esempio attraverso l’agrivoltaico o la produzione di biogas – serve un adeguato supporto normativo. E Confagricoltura ha portato le sue osservazioni in merito durante l’udienza conoscitiva della Commissione Politiche Economiche della Regione Emilia-Romagna" Emendamenti e integrazioni alla proposta di ‘Piano Triennale di Attuazione 2022-2024’ del Piano Energetico”.

Ad intervenire, per l’associazione, il vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini Alberto Mazzoni, che è anche vicepresidente nazionale della FNP Bioeconomia di Confagricoltura. “Per Confagricoltura è importante che la politica energetica possa compiere finalmente quel cambio di passo che auspichiamo da tempo - commenta Mazzoni– Ragionando di foto e agrivoltaico, per iniziare è importante definire le aree idonee sulle quali intervenire, sfruttando tutte le coperture utilizzabili degli edifici esistenti e individuando anche le porzioni di aree agricole, come quelle degradate rappresentate dalle cave o altre zone poco produttive, che possano essere recuperate grazie ai sistemi foto e agrovoltaici. Questi impianti devono essere realizzati laddove ci siano le condizioni idonee per garantire la funzionalità per la durata dell’impianto e non procedere con mere installazioni il cui costo vada a ricadere sulla collettività”.

"Il passaggio successivo deve per forza essere quello di definire “un quadro regolatorio chiaro e comprensibile attraverso cui snellire l’enorme quantità di vincoli presenti sulle aree necessarie alle installazioni. Questo potrà permettere così a chiunque di partecipare attivamente alla transizione energetica, investendo il proprio capitale. A nostro avviso - continua il vice-presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini- l’indipendenza energetica può arrivare grazie al corretto mix di energie rinnovabili da fonti programmabili e non programmabili. Auspichiamo pertanto lo sviluppo degli impianti per la produzione del biometano e il proseguimento sulla strada degli impianti a biogas sui quali con ANB (Associazione Nazionale Bieticoltori) e CGB(Confederazione dei bieticoltori) abbiamo acquisito una notevole esperienza. L’obiettivo di Confagricoltura è quello di porsi come interlocutore attivo e disponibile con la Regione per raggiungere questo fondamentale risultato”. La produzione di energia può essere un’attività complementare a quella agricola, un’attività che ricade nei virtuosi percorsi di economia circolare. “Siamo fermamente convinti che la produzione e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili possa contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, a cui anche l’agricoltura emiliano-romagnola è chiamata a pagare il conto. C’è poi il tema più ampio della politica energetica del Paese: se si vuole contribuire all’indipendenza è quanto mai necessario spingere sulla produzione di fonti energetiche alternative. Ma questo, per le imprese agricole, vuol dire lavorare a un modello che preservi la competitività e la marginalità delle stesse – conclude Alberto Mazzoni- Motivo per cui ribadiamo come questo cambiamento, auspicato da tutti, debba garantire un ruolo centrale all’agricoltore anche come produttore di energia”.

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