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Esselunga a Forlì, il tema coinvolge anche Confcommercio Cesena: "Armonizzare grande distribuzione e commercio al dettaglio"

"L’insediamento di Esselunga a Forlì, che dovrebbe realizzare un supermercato da 2.500 quadri, non è una questione che riguarda soltanto Forlì, ma anche Cesena e la Romagna"

"Il commercio al dettaglio è il grande malato anche nel nostro territorio cesenate, provinciale e romagnolo e occorre intervenire al suo capezzale con una terapia d’urto". Ad affermarlo è il presidente di Confcommercio cesenate Corrado Augusto Partigiani. "Non si tratta di resuscitare un morto - dice Patrignani -  ma di curare con una pluralità di approcci un comparto economico in evidente difficoltà ma che resta consustanziale alla tenuta sociale delle nostre città, dove le persone non possono fare a meno dei negozi al dettaglio, pena la perdita della componente sociale e comunitaria delle nostre comunità urbane”.

“Unitamente alla riduzione dei tributi, delle tasse e della giungla burocratica, e alle politiche incentivanti di cui il settore necessita - afferma Patrignani - occorre ritornare ad applicare una programmazione della distribuzione commerciale che eviti di aprire le porte alla grande distribuzione in un territorio in cui essa stessa è già fortemente penetrata mettendo a repentaglio la tenuta stessa dei piccoli negozi al dettaglio. In questo senso l’insediamento di Esselunga a Forlì, che dovrebbe realizzare un supermercato da 2.500 quadri, non è una questione che riguarda soltanto Forlì, giacché la capacità attrattiva di tali insediamenti si estende ben al di là del territori comunali e la valenza diventa di area romagnola. Anche i negozi al dettaglio cesenati, già stremati da una situazione di grave sofferenza, verranno dunque a patire un ulteriore insostenibile penalizzazione. La questione diventa quindi politica e la politica deve intervenire per mantenere sostenibile l'assetto distributivo”.

“Confcommercio è sempre stata coerente con questo principio,  e senza mai schierarsi contro la grande distribuzione in se stessa - aggiunge Patrignani - che rappresenta una forma di distribuzione dei nostri tempi e accresce l’offerta, ma sottolineando che nella programmazione si deve mirare ad una armonizzazione tra di essa e il piccolo commercio. Oggi, ancor più in una fase di passaggio epocale in cui il commercio on line ha rivoluzionato l’approccio ai consumi sottraendo fette di mercato consistenti a quello tradizionale, chi amministra ha il dovere sociale e polito di sostenere il patrimonio storico, economico e sociale del piccolo commercio. Ecco allora che bisogna rilanciare una programmazione di area vasta che si prefigga di far convivere in una forma equilibrata la presenza delle varie tipologie commerciali  per evitare che ai piccoli negozi, già oppressi da una morsa di difficoltà esogene e endogene, non venga inferto il colpo mortale. E ciò non va fatto in ottica municipalistica, ma, ribadiamo, di area quantomeno romagnola, con azioni coerenti di salvaguardia dell'attuale rete distributiva”.

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