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Etichettatura imballaggi, Confartigianato: "Indispensabile una proroga, serve chiarezza"

Come spiegano gli addetti del servizio ambiente e sicurezza di Confartigianato di Forlì, "manca chiarezza sui contenuti da riportare in etichetta"

Dal 26 settembre 2020 in Italia è scattato l‘obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi imposto dal recepimento del pacchetto di direttive europee sull’economia circolare. Il Decreto legislativo 116/2020, che ha introdotto la norma, ha però lasciato aperti diversi dubbi interpretativi e forti incertezze sugli aspetti operativi, che stanno disorientando molti produttori e utilizzatori.

Come spiegano gli addetti del servizio ambiente e sicurezza di Confartigianato di Forlì, "manca chiarezza sui contenuti da riportare in etichetta, sui soggetti obbligati, nonché sulle tempistiche per l’esaurimento scorte per gli imballaggi in magazzino. Ma soprattutto non c’è una definizione netta sulle tempistiche per adeguarsi alle nuove disposizioni e agli adempimenti per il prodotto destinato all’estero".

Confartigianato è stata chiamata dal Conai, insieme alle principali associazioni di imprese, a redigere linee guida condivise che potessero colmare le lacune normative: tre mesi di intenso lavoro con l’obiettivo di aiutare le imprese, in attesa dei necessari, quanto urgenti, correttivi normativi. "Correttivi che non sono arrivati. Anzi, con il Decreto Milleproroghe è stata sospesa temporaneamente una parte dell’obbligo in capo ai produttori, come le indicazioni per il fine vita, lasciando vigente l’obbligo di apporre su tutti gli imballaggi la codifica identificativa del materiale secondo le norme europee. In pratica, una sospensione parziale che ha aggiunto confusione a un quadro già poco chiaro".

Confartigianato, pur condividendone le finalità, ritiene necessaria una sospensione di tutta la misura almeno fino a inizio 2022 così da chiarirne l'operatività con correttivi legislativi. Una linea guida Conai, infatti, non ha la forza normativa per regolare un intero sistema e non fornisce alcuna garanzia per le aziende. E concludono “Anche perché le sanzioni previste per le inadempienze (da 5.200 a 40mila euro) sono assolutamente spropositate e insostenibili per le piccole e medie imprese costrette a operare, in tempi di pandemia, in un contesto così poco chiaro".

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