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Economia

Ferretti, la parlamentare Marchioni chiede un tavolo di crisi

Attraverso un'interrogazione in commissione Attività produttive alla Camera dei deputati, la parlamentare del Pd Elisa Marchioni sollecita il ministero per lo Sviluppo economico

Un tavolo di crisi per la Ferretti Yachts al ministero per lo Sviluppo economico, per salvaguardare uno dei marchi più prestigiosi del Made in Italy, le parti sociali e i rappresentanti delle istituzioni regionali e locali interessate. E' la richiesta che avanza al ministero la parlamentare riminese Elisa Marchioni, insieme ai colleghi Vannucci, Giovanelli, Brandolini, Merloni, Sanga, Andrea Orlando, Cimadoro e Misiani, sulla delicata situazione dell'importante azienda navale.

Attraverso un'interrogazione in commissione Attività produttive alla Camera dei deputati, Elisa Marchioni sollecita il ministero, ricordando che «dopo la pesante crisi finanziaria del gruppo, causata dal disimpegno dei fondi di investimento Permira e Candover, accentuata della crisi economica mondiale che ha ridotto il fatturato, il nuovo management, chiamato a seguito dei nuovi assetti proprietari (tra i soci risulta essere anche Mediobanca) scaturiti dalla conversione del 50% del debito in azioni, ha ridefinito gli assetti dell’attività aziendale e le politiche di sviluppo nel breve e medio termine. Tali assetti sono stati confermati dai risultati operativi del biennio 2010-2011»

Il management dell'azienda ha annunciato un piano di rilancio, ma, «pur annunciato da mesi, il piano di rilancio non è a tutt'oggi stato presentato, mentre l'operatività dell'azienda risente pesantemente della mancanza di prospettive di medio e lungo periodo.» Nel settembre scorso il gruppo industriale Cinese Shantui Heavy Industry Group ha presentato una proposta di acquisto e finanziamento dell’attività aziendale. Questa proposta è stata giudicata inadeguata dall’attuale proprietà detentrice della maggioranza delle azioni e dell’indebitamento. Il rifiuto della proposta ha comportato un impegno delle banche, coordinate da RBS, che già hanno convertito due anni fa il 50% del credito in azioni, a prevedere una nuova ristrutturazione del debito prevedendo altresì una immissione di nuovo capitale indispensabile allo sviluppo dell’impresa»

«Le incertezze che tuttora permangono stanno creando notevoli problemi alla gestione operativa e rischiano di compromettere lo sviluppo dell’impresa e dell’indotto – scrive Elisa Marchioni - che sta pagando duramente le difficoltà finanziarie dell’impresa che rischia di portare alla chiusura di piccole e medie imprese indispensabili per il futuro». E si chiede «se il ministro sia informato della vicenda, se stia monitorando la situazione, e quali iniziative intenda tempestivamente porre in essere per favorire la conclusione dell’operazione di ricapitalizzazione e scongiurare il blocco delle attività dei cantieri che produrrebbe gravissimi danni sociali ed economici».

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