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Le fondazioni bancarie crollano in Romagna, ma Forlì no: più erogazioni e spazio ai giovani

Il prossimo anno aumenteranno ancora di più le erogazioni della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì finalizzate alla cultura, al sociale, agli eventi, alle grandi mostre e alla competitività economica

Il prossimo anno aumenteranno ancora di più le erogazioni della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì finalizzate alla cultura, al sociale, agli eventi, alle grandi mostre e alla competitività economica del territorio forlivese. E' quanto emerge dal documento di previsione del Monte di Pietà. Nel 2019 le erogazioni saranno pari a 10,4 milioni di euro, vale a dire che sarà mantenuto il livello attuale di 9,2 milioni, a cui si aggiunge un milione di euro che arriva come contributo straordinario da parte di Intesa-San Paolo per la totale cessione delle quote CariRomagna (tale contributo permarrà per tre anni) e 200mila euro frutto di una donazione privata vincolata al mondo scolastico ed educativo.

Insomma una Fondazione bancaria più che mai in buona salute, in netta controtendenza rispetto alle altre fondazioni bancarie in Romagna, che sono “saltate”, almeno nella loro capacità di finanziare i rispettivi territori, con la crisi delle loro banche locali di riferimento, di cui ancora detenevano buona parte della proprietà, come successo a Cesena, Rimini e Ferrara. “Con circa 52 euro di erogazione per abitante ci troviamo in vetta nella classifica italiana delle fondazione bancarie, salendo anche dal 18° al 17° posto come patrimonio, nel gruppo delle 'fondazioni grandi', con circa 460 milioni di euro, 15 in più rispetto al 2017”, calcola il presidente Roberto Pinza. “Navighiamo in una situazione di estrema difficoltà degli investimenti, per tutti nel mondo, in tale contesto la Fondazione è riuscita a 'difendersi' e bilanciare con la cessione delle quote CariRomagna ed investimenti sicuri come in Hera e Cassa Depositi e Prestiti, il tutto con una minuziosa diversificazione”, aggiunge il segretario generale Andrea Severi. E' per questo che il livello di erogazioni resterà inalterato e addirittura in crescita, in netta controtendenza. “La nostra struttura dei costi per gestire queste iniziative è molto agile, con appena 14 dipendenti gestiamo patrimonio ed erogazioni”, sempre Pinza.

VIDEO - Pinza: "I giovani non sono un problema, diteci che possiamo fare per loro"

“Il metodo che usiamo e che continueremo ad utilizzare è la concertazione. Il nostro rapporto è con le istituzioni locali, indipendentemente da chi le amministra”, spiega il presidente della Fondazione, sollecitato sulle prossime scadenze elettorali che porteranno a cambiare molti interlocutori nel corso del 2019. Per l'anno prossimo un occhio di riguardo sarà sui giovani, “a Forlì c'è un mucchio di persone bravissime di tutte le età e in tutti i campi, tra questi anche giovani per i quali mi rifiuto di assecondare la tendenza suicida di questa società di considerarli un problema”, sempre Pinza. Specifici bandi andranno in quella direzione, mentre già si è insediata una commissione permanente che si è rapportata con decine di operatori della scuola e del sociale che lavorano coi giovani.

Le risorse per “riannodare i fili”, come recita il titolo della presentazione del bilancio di previsione saranno destinate per 2 milioni ai giovani, lo sport, l'università, la scuola; altri 2,2 milioni alla cultura e alla produzione artistica locale; 2,2 milioni allo sviluppo del territorio, l'innovazione e il turismo; 2,8 milioni infine al sostegno sociale e la sanità. Sono dati che spiccato in un quadro sconsolato della Romagna. Le altre fondazioni bancarie del nostro territorio (esclusa Forlì) nel 2013 avevano un patrimonio di 634 milioni ed erogazioni per 16,3 milioni annui. Ora, invece, il loro patrimonio si è ridotto a 353 milioni e le erogazioni a 5,8 milioni. “Abbiamo anche partecipato con una quota al fondo di solidarietà regionale di 360mila euro a favore delle fondazioni che si sono autodistrutte negli ultimi anni”, spiega Pinza.

A spiegare le direttrici del 2019 è il segretario generale Severi: “Per la cultura, la Settimana del Buon Vivere che entra nel suo decimo anno diventerà un festival con ricadute importanti tutto l'anno. Per i giovani, invece, pensiamo ad un bando sperimentale teso a raccogliere prima di tutto idee”. Sul fronte della sanità, si lavora per portare a Forlì una colonna laparoscopica con tecnologia 3D utile a tutti i tipi di chirurgia. Al lavoro c'è anche una commissione per la rigenerazione urbanistica, la stessa che ha coinvolto l'archistar Massimiliano Fuksas per un progetto di recupero della Rocca di Caterina Sforza non appena il carcere la lascerà, finanziato da Intesa San Paoolo. “Nessuno vuole fare programmazione urbanistica al posto di altri – risponde indirettamente alle polemiche Roberto Pinza -. Vogliamo solo fare da stimolo”. Nel 2019 prioritario sarà il progetto del completamento del campus universitario, con il padiglione Sauli-Saffi mentre in futuro la Fondazione contribuirà anche al progetto di Casa della salute urbana.

Pinza lancia quindi un messaggio di apertura a tutti, “tranne le persone che sno sistematicamente contro, che rafforzano l'attitudine dei forlivesi, per fortuna ormai in via di estinzione, di dire male di Forlì, una cosa che nelle altre città non capiscono minimamente”. 

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