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Buoni Postali Frutifferi, Federconsumatori: "Interessi decurtati"

Sono decine i titolari di buoni postali fruttiferi che si stanno rivolgendo, in queste ultime settimane, agli sportelli della Federconsumatori di Forlì-Cesena

Sono decine i titolari di buoni postali fruttiferi che si stanno rivolgendo, in queste ultime settimane, agli sportelli della Federconsumatori di Forlì-Cesena. "Poste Italiane, applicando una vecchissima legge, decurta drasticamente gli interessi, con tagli che oscillano tra il 30 ed il 50%, fra lo stupore e soprattutto la rabbia dei detentori - affermano da Federconsumatori -.  Le Poste Italiane hanno emesso varie serie di buoni postali (sino al 1997) acquistati, principalmente, dai piccoli risparmiatori: un accantonamento per il futuro, pensando alla vecchiaia o ai figli".

Continua nella spiegazione l'associazione impegnata nella difesa del consumatore: "Al momento della riscossione, però, l’amara sorpresa. Forte di una legge risalente addirittura al 1986 (che gli addetti ai lavori conoscono come legge Gava Goria) applicano decurtazioni a dir poco sensibili sugli interessi calcolati in base alla tabella che ogni titolo riporta. Sono stati addirittura segnalati casi limite in cui i risparmiatori si sarebbero visti notificare un decreto ingiuntivo con la richiesta di rifusione della somma che – illegittimamente – le poste ritengono versata in più".

"Tutto questo – tengono ad evidenziare da Federconsumatori – è gravemente illegittimo. In materia si sono già pronunciate sia la Consulta, sia la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, sia – da ultimo – più di un tribunale ordinario, dando ragione ai titolari dei buoni: “Nella disciplina dei buoni postali fruttiferi dettata dal testo unico approvato con il d.P.R. 29 marzo 1973, n. 156, il vincolo contrattuale tra emittente e sottoscrittore dei titoli si forma sulla base dei dati risultanti dal testo dei buoni di volta in volta sottoscritti”. In parole povere, le poste devono pagare quanto descritto dal titolo".

Cosa fare quindi? "Prima di tutto, è fondamentale non procedere all’incasso dei buoni firmando dichiarazioni di quietanza o di “null’altro a che pretendere” - sottolineano dall'associazione -. Una dichiarazione di questo tipo libera le Poste e impedisce qualsiasi azione di recupero delle somme. Rivolgersi quindi alla associazione dei consumatori che, insieme al titolare dei buoni, proporrà la via più idonea per recuperare il dovuto. Le strade da percorrere sono più d’una: conciliazione davanti agli organismi competenti (per trovare un accordo in sede extragiudiziaria), richiesta di un decreto ingiuntivo al tribunale (che obblighi le poste a pagare “tutto e subito”) o causa ordinaria. Tutti strumenti parimenti validi con il medesimo obiettivo: far valere i propri diritti". Gli uffici di Federconsumatori si trovano presso la sede CGIL di Forlì in Via Pelacano 7 ed a Cesena in via T.M. Plauto nr.90: per info telefonare allo 0543371170 o recarsi direttamente in sede.

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