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Economia

Gli effetti del covid sulle imprese, indagine di Confindustria: ad agosto aperte un terzo delle imprese

E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale del Centro studi di Confindustria Romagna, effettuata nelle prime tre settimane di luglio tra i propri associati

Gli effetti del coronavirus si fanno sentire su produzione, ordini e fatturato delle imprese romagnole nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. La voglia di ripresa trapela comunque dalle attese sul secondo semestre, nel quale la maggioranza degli imprenditori non prevede ulteriori cali, anche in considerazione del fatto che un’impresa su tre resterà aperta nel mese di agosto. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale del Centro studi di Confindustria Romagna, effettuata nelle prime tre settimane di luglio tra i propri associati.

Alla survey ha risposto circa il 20% degli iscritti del comparto manifatturiero e dei servizi. Il campione non comprende il settore delle costruzioni. Agli associati è stato chiesto se hanno intenzione di effettuare la chiusura estiva come gli altri anni, nonostante il periodo di emergenza appena trascorso: il 33% dei rispondenti ha dichiarato che l’azienda rimarrà aperta, il 27% ha confermato una chiusura per un periodo inferiore rispetto al proprio standard.

In tenuta il dato sull’occupazione (-0,4%) in parte comunque influenzato dal blocco dei licenziamenti e dalla sospensione dell’obbligo di causale per il rinnovo della proroga dei contratti a tempo determinato. L’agenzia regionale del lavoro rileva che a maggio, al progressivo riavvio dell’attività, le assunzioni in Emilia-Romagna hanno registrato un +40,4% rispetto ad aprile, e nell’industria il recupero è stato più marcato, risalendo al 70,4% del livello registrato a febbraio, prima del lockdown.

I dati in provvincia

La Provincia di Forlì-Cesena aveva evidenziato il mantenimento di un trend positivo dei dati economici territoriali nel secondo semestre 2019, in controtendenza con i dati nazionali dello stesso periodo. Questa situazione si è naturalmente invertita in questo semestre, in conseguenza dell’emergenza coronavirus. Il primo distretto a risentire della crisi epidemiologica è stato quello delle calzature, che avendo diverse basi logistiche in Cina ha registrato da subito una frenata di tutti gli indicatori. 

L’indagine congiunturale ha evidenziato una flessione rispetto al I semestre del 2019 di tutti gli indicatori economici: produzione (-8,2%), fatturato (-9,6%), fatturato interno (-8,3%), fatturato estero (-7,5%). Si evidenzia anche un calo per quanto riguarda gli ordini: il 62,2% segnala una diminuzione degli ordini totali, un 17,8% stazionari e un 20% in aumento; per gli ordini esteri un 37,8% li ha visti in diminuzione, il 46,7% stazionari e in aumento il 15,6%. Lievemente negativo il dato sull’occupazione (-0,2%).

Per quanto riguarda le ferie estive, ad agosto resteranno aperte il 38% delle aziende rispondenti, mentre il 27% osserverà una chiusura inferiore al solito.
Le previsioni relative al secondo semestre 2020 evidenziano per la maggior parte delle imprese una aspettativa di stazionarietà. L’andamento della produzione viene previsto in aumento dal 17,8% delle imprese, stazionario dal 71,1% mentre l’11,1% degli imprenditori prevede una diminuzione. Diverse invece le considerazioni per le previsioni sugli ordini: mentre per gli ordini totali il 35,6% degli imprenditori prevede un aumento, il 31,1% stazionarietà e il 33,3% una diminuzione, negli ordini esteri il 37,8% prevede aumento, 31,1% stazionarietà e il 31,1% una diminuzione.

Le giacenze sono previste stazionarie dal 68,9% delle imprese, in aumento dal 15,6% e in diminuzione solo dal 15,5%. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 62,2% del campione, in crescita per il 20% e in calo per il 17,8%. Quest’anno, proprio in ragione del mutato atteggiamento delle imprese rispetto alle ferie estive, le sedi dell’Associazione rimangono operative da remoto per garantire assistenza agli associati che proseguono l’attività in agosto.

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