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Il direttore di Caviro a Salotto blu: "Per competere all'estero l'Italia deve fare i compiti a casa"

Il direttore generale, Simonpietro Felice, manager di lunga esperienza internazionale, è stato intervistato da Mario Russomanno

La cooperativa di origini forlivesi e faentine è attualmente la più grande azienda italiana di produzione e distribuzione del vino, con oltre duecento milioni di litri all'anno di vino prodotti e un mercato di settanta Paesi in tutto il mondo. Il direttore generale, Simon Pietro Felice, manager di lunga esperienza internazionale, è stato intervistato da Mario Russomanno su VideoRegione per la trasmissione che andrà in onda venerdì alle 22 e 30 e si è espresso su temi di attualità.Qui anticipiamo alcune delle sue riflessioni.

"Non dobbiamo fare l'errore di pensare che i problemi del Paese si risolveranno con i fondi europei, problemi antichi si sono acuiti con la pandemia, a cominciare dalla non sufficiente digitalizzazione. E della incomprensibile burocrazia, nei Paesi più competitivi il sistema pubblico è di supporto alle imprese, qui no. Un esempio? Nel momento più difficile della pandemia ci è stato chiesto di produrre grandi quantità di alcool da mettere a disposizione della sanità. Lo abbiamo fatto ma gli impedimenti burocratici sono stati pesanti". "In tutto il mondo si sa che l'Italia produce il bello e il buono del mondo, come la moda e l'alimentazione, il Paese è apprezzato ovunque, ma non si riesce a fare sistema".

Il vaccino? "È la strada che abbiamo per uscire dall' incubo. Ai nostri seicento dipendenti abbiamo, assieme ai sindacati, suggerito di vaccinarsi ma non siamo favorevoli a rendere il vaccino obbligatorio".

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