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Il mini lockdown, Confcommercio: "Si rischia la pandemia economica. Si perderanno centinaia di posti di lavoro"

Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio Forlì, commenta così il decreto firmato dal premier Giuseppe Conte per arginare la diffusione del covid-19 e che impone alle attività dei servizi di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) aperture dalle 5 fino alle 18

"Siamo estremamente amareggiati e preoccupati". Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio Forlì, commenta così il decreto firmato dal premier Giuseppe Conte per arginare la diffusione del covid-19 e che impone alle attività dei servizi di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) aperture dalle 5 fino alle 18. "Il governo - prosegue Zattini - ha dimostrato poca sensibilità nei confronti di una categoria che aveva già sofferto nei mesi scorsi il lockdown. I pubblici esercizi sono tra i luoghi più sicuri dove le persone possono ritrovarsi, perchè all'interno dei locali sono già stati previsti protocolli (distanziamento, uso della mascherina, sanificazione e numero delle persone ammesse, ndr) ed i titolari li stanno rispettando".

Per Zattini, "il provvedimento delle 18 corre il rischio di distruggere completamente un'intera categoria, specialmente nel settore della ristorazione. C'è la grande preoccupazione che andranno perse centinaia di posti di lavoro. Non è questo il sistema di governare una pandemia rispetto alla quale siamo tutti estremamente preoccupati. Il vero problema era trovare delle soluzioni che consentissero il giusto equilibrio tra le normative di carattere igienico sanitario e quelle che riguardano il contenimento del virus".

Il direttore di Ascom-Confcommercio pone in evidenzia un'altra problematica: "Il rischio che si corre è che le persone si assembrino in altri luoghi. Ed i pubblici esercizi, ribadiscono, sono tra i luoghi più sicuri, così come cinema, teatri e palestre. Con questo provvedimento si rischia una pandemia economica". Zattini ricorda come "anche la Regione Emilia Romagna, col presidente Stefano Bonaccini, aveva un parere completamente diverso, chiedendo di chiudere alle 23. Per fortuna c'è stato il contentino per le aperture nelle giornate festive. Ma stiamo andando incontro ad un disastro economico, senza reali benefici per quanto concerne il contenimento del virus".

Secondo Zattini, "occorreva porsi il problema del trasporto pubblico e di altre situazioni più a rischio. Se c'era un problema legato alla movida o ad altre situazioni, era necessario fare gli adeguati controlli all'interno degli esercizi che non rispettano le norme che erano già vigenti. A Forlì siamo in una situazione di assoluta tranquillità e lo hanno ribadito sia il sindaco Gian Luca Zattini che il prefetto Antonio Corona".

Cosa prevede il decreto

E' consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

Restano aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. Sono consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente.

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