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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

"Il rilancio dell'economia passa anche dalle donne che fanno e vogliono fare impresa"

Fotografa Zambianchi: "Con l’emergenza Covid-19 la loro crescita ha subito un rallentamento, probabilmente anche a causa del fatto che nelle fasi dell’emergenza il maggior aggravio familiare è ricaduto sulle donne".

Al 30 giugno, nella provincia di Forlì-Cesena, si contano 7.584 imprese femminili attive che costituiscono il 20,8% del totale delle imprese attive provinciali (21,2% in regione e 22,6% a livello nazionale). Nel confronto con il 30 giugno 2019 si riscontra una diminuzione delle imprese femminili dello 0,9% (-0,6% in Emilia-Romagna, -0,3% in Italia). I principali settori economici risultano il "commercio" (25,7% delle imprese femminili), l’"agricoltura" (17,3%), le "altre attività di servizi"prevalentemente servizi alle persone) (13,6%), l’"alloggio e ristorazione" (11,4%), l’"ondustria manifatturiera" (8,4%) e le "attività immobiliari" (5,6%).

Rispetto al 30 giugno del 2019 calano le imprese femminili attive nel "commercio" (-1,6%), nell’"agricoltura" (-1,8%), nell'"alloggio e ristorazione" (-3,3%), nel "manifatturiero" (-4,8%) e, in forma lieve, nelle "altre attività di servizi" (-0,4%), mentre crescono quelle operanti nel settore "immobiliare" (+3,7%). I settori con la più alta incidenza percentuale delle imprese femminili sul totale delle imprese attive sono, nell’ordine "altre attività di servizi" (57,3%), "alloggio e ristorazione" (31,7%), "noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese" (25%), "commercio" (24,4%) e "agricoltura" (20,6%).

Riguardo alla natura giuridica sono prevalenti le imprese femminili individuali (67,8% del totale), seguite dalle società di persone (16,7%) e società di capitale (13,7%); nel confronto con l’anno precedente crescono le società di capitale (+2,0%) mentre diminuiscono sia le imprese individuali (-1,1%) sia le società di persone (-2,1%). In un contesto di analisi territoriale, infine, si evidenzia come più della metà delle imprese femminili provinciali (il 52,0%) abbiano la loro sede nei comuni di Forlì (28,9%) e Cesena (23,1%), buona anche la presenza nei comuni di Cesenatico (9%), Forlimpopoli (3%) e Bertinoro (2,7%), ossia nei cosiddetti “Comuni di cintura” (totale 14,7%), e di Savignano (4,6%), San Mauro (2,6%), Gambettola (2,4%) e Gatteo (2,4%) (”area del Basso Rubicone”, totale, con Longiano, 13,5%).

Ad essi vanno aggiunti i comuni di Meldola (2,5%), Bagno di Romagna (2,0%) e Mercato Saraceno (1,8%), e Castrocaro Terme e Terra del Sole (1,8%). In sintesi, il 53,7% delle imprese femminili attive si trova nel comprensorio di Cesena e il 46,3% in quello di Forlì. Tra i principali comuni, quelli con la più alta incidenza percentuale delle imprese femminili sul totale delle imprese attive sono, nell’ordine Bagno di Romagna (24,1%), Castrocaro Terme (22,7%), Forlimpopoli (22,5%), Bertinoro (22,2%) e Cesenatico (22%).

“In Romagna, oltre un’impresa su 5, è al femminile e in Italia, secondo quanto emerge dal Rapporto sull’imprenditoria femminile presentato il 27 luglio da Unioncamere italiana, le imprese femminili sono più di un milione e trecento mila - commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna -. Purtroppo, con l’emergenza Covid-19 la loro crescita ha subito un rallentamento, probabilmente anche a causa del fatto che nelle fasi dell’emergenza il maggior aggravio familiare è ricaduto sulle donne".

"Inoltre, ancora resistono condizionamenti culturali che ne rallentano l’intraprendenza come, per esempio, la maggiore difficoltà a ricorrere al credito bancario - prosegue Zambianchi -. Il rilancio dell’economia, invece, passa anche dalle donne che fanno e vogliono fare impresa, che rappresentano un potenziale ancora inespresso su cui puntare. È sempre più importante, perciò, riservare all’imprenditorialità femminile più attenzione e assistenza per aiutarle nel loro percorso imprenditoriale: incentivi economici, percorsi formativi adeguati e strumenti di welfare e di conciliazione tra vita familiare e lavorativa".

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