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Conti in tasca

"Il mercato energetico è completamente impazzito. Timori nelle famiglie, crollano i consumi"

L'INTERVISTA - Dal caro carburanti e bollette al caro grano. Il conflitto innescato da Vladimir Putin sull'Ucraina non solo sta determinando sangue, distruzione e terrore, ma anche innescando un'esplosione dei costi, dalle materie prime al prodotto finale, che hanno conseguenze sulla vita quotidiana

"La situazione sta diventando drammatica". Dal caro carburanti e bollette al caro grano. Il conflitto innescato da Vladimir Putin sull'Ucraina non solo sta determinando sangue, distruzione e terrore, ma anche innescando un'esplosione dei costi, dalle materie prime al prodotto finale, che hanno conseguenze sulla vita quotidiana. Con le quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo che hanno chiuso martedì ancora in forte crescita per la settima seduta di seguito (specialmente il diesel), le compagnie hanno effettuato mercoledì un nuovo giro di rialzi sui prezzi raccomandati.

In particolare, Eni è salita di 8 centesimi su benzina e diesel, Q8 e Tamoil di 6 centesimi sulla verde e di 8 centesimi sul diesel, mentre Ip ha incrementato di 5 centesimi il costo della benzina e di 8 quello del diesel. La media del diesel servito viaggia verso i 2,1 euro al litro, mentre si avvicina ai 2 euro nella modalità self (già raggiunti in alcuni distributori). La verde continua a salire ed è ormai stabile sopra i 2,1 euro. Corposi rincari si registrano anche per i prezzi praticati del metano auto.

Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio Forlì, cosa sta succedendo?
Il mercato energetico è completamente impazzito. Vediamo giorno per giorno aumenti, non solo nelle aree di servizio di carburanti, e molte attività hanno dovuto sospendere i processi lavorativi. Se guardiamo il trasporto su gomma, il costo è quasi quadruplicato. Inoltre i mercati finanziari trasmettono un'assoluta insicurezza. C'è anche da ricordare le difficoltà nell'approvvigionamento delle materie prime, il cui costo sta sensibilmente aumentando.

Un'escalation che si ripercuote sui consumi
Stiamo registrando un autentico crollo. Ci sono due guerre in atto: quella vera, fatta di morte e distruzione alle porte di casa, e quella economica, che è in atto, con una situazione sempre più difficile. Le giuste sanzioni contro la Russia si riflettono trasversalmente sulla nostra economia, rendendola incerta. Ci sono imprese che hanno commesse programmate fino all'inizio della prossima estate, poi non hanno più certezze. Poi non dobbiamo dimenticarci che arriviamo da due anni di pandemia.

Tra caro bollette e prezzi in ascesa, ci saranno attività commerciali destinate a morire?
Purtroppo tutti i segnali economici che stiamo leggendo in questi giorni e le previsioni fatte vanno in questo senso. Stiamo registrando tantissimi incrementi. Un esempio concreto banale? Il lavaggio in un lavanderia a gettoni è passato da 4,50 a 5,50 euro, giustificato per il 'caro energia'. Il costo del servizio è aumentato quindi del 20%. Questa situazione di grave difficoltà energetica sta facendo lievitare i costi di produzione delle aziende, che si ripercuotono sul costo del prodotto finale. Si viene così a generare un'inflazione cattiva, che avrà l'effetto di contrarre i consumi.

Conseguenze?
Si è più propensi al risparmio. Molte famiglie infatti cominciano a faticare nel far quadrare i conti già dalla seconda settimana. Ripeto, siamo in una situazione drammatica. E tante imprese si stanno rivolgendo alle banche per aver liquidità nel breve, senza dimenticare che stanno ancora pagando i mutui covid.

Che clima si respira?
I forlivesi sono molto preoccupati da questo scenario che si è venuto a creare, con i timori che il conflitto possa estendersi e che possa portare danni economici irreparabili. E questo non è il clima migliore per dedicarsi allo shopping.

E l'aumento dei carburanti non aiuta...
Spero che intervenga la comunità internazionale al fine di garantire un approvvigionamento energetico a prezzi calmierati. E' una situazione che un qualsiasi Paese può sostenere per un periodo limitato di tempo. L'Italia non può essere alla mercè di altri Paesi e deve riflettere sui mancati investimenti in termini di energie rinnovabili ed alternative. Ora addirittura dobbiamo fare ricorso al carbone, che andava bene mezzo secolo fa.

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