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Economia

Imprese, si riducono le iscrizioni e aumentano le cessazioni. Costruzioni e attività immobiliari non soffrono la crisi

Rispetto al periodo pre-pandemia, il dato delle iscrizioni risulta essere inferiore del 10,5% alla media 2017-2019 per il trimestre di riferimento, così come il livello delle cessazioni non d’ufficio si riduce del 16,5% rispetto agli stessi valori medi registrati prima del 2020

Al 30 settembre 2022, in provincia di Forlì-Cesena si contano 41.454 imprese registrate, delle quali 36.670 attive. L’imprenditorialità in provincia è particolarmente diffusa: 94 imprese attive ogni 1.000 abitanti (90 imprese a livello regionale e 87 a livello nazionale). Il focus è della Camera di Commercio della Romagna.

Nel terzo trimestre dell’anno in corso si sono verificate 357 iscrizioni e 328 cancellazioni (al netto di quelle d’ufficio), per un saldo positivo di 29 unità, in contrazione rispetto a quello fatto segnare nel terzo trimestre 2021 (+67 unità); nel dettaglio, si riducono le iscrizioni (-8,2% la dinamica tendenziale) e, contestualmente, aumentano le cessazioni (+1,9%). Il tasso di crescita trimestrale delle imprese registrate risulta pari a +0,07%, minore del dato regionale (+0,21%) e nazionale (+0,22%).

Rispetto al periodo pre-pandemia, il dato delle iscrizioni risulta essere inferiore del 10,5% alla media 2017-2019 per il trimestre di riferimento, così come il livello delle cessazioni non d’ufficio si riduce del 16,5% rispetto agli stessi valori medi registrati prima del 2020.

Nel confronto con il 30/09/2021 si riscontra una sostanziale stabilità delle imprese attive (+0,2%), diversamente dal calo regionale (-0,5%) e nazionale (-0,8%). La dinamica delle imprese attive presenta alcune lievi differenze a livello delle principali aggregazioni territoriali: comprensorio di Cesena (+0,2%), comprensorio di Forlì (+0,3%); Comune di Cesena (0,0%), Comune di Forlì (+0,4%), Comuni marittimi (+0,6%), Area del Basso Rubicone (+1,3%), Vallate (-0,3%).

Con riferimento ai principali settori economici si ritrovano, nell’ordine, il Commercio (21,2% sul totale) con una flessione tendenziale dello 0,9%, l’Agricoltura (incidenza 16,8%) in calo (-2,2% la dinamica), le Costruzioni (15,9%) in crescita del 3,0%, il Manifatturiero (9,4% del totale) in lieve aumento (+0,3%) e le Attività di alloggio e ristorazione (7,5% del totale) in diminuzione (-1,0%). In crescita, poi, le Attività immobiliari (6,7% l’incidenza, +2,1%), le Attività professionali, scientifiche e tecniche (3,7%, +2,3%) e quelle di “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (2,8%, +3,4%); sostanzialmente stabili, invece, le imprese del settore “Altre attività di servizi” (incidenza del 4,8%, -0,1%), che comprendono i servizi alla persona come acconciatori e centri estetici. In calo, infine, le imprese attive dei Trasporti (3,4% del totale, -1,0%).

Per quanto riguarda la natura giuridica, prevalgono le imprese individuali (56,7% sul totale), in lieve calo (-0,4%), seguite dalle società di persone (20,6% l’incidenza), in flessione dell’1,5%. Le società di capitale (20,2% del totale delle imprese attive) sono, invece, in aumento (+4,3%), così come, pur con una variazione positiva minore, anche negli altri territori di riferimento (Emilia-Romagna e Italia).

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