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In una sola generazione perso un terreno agricolo su 4, le proposte di Coldiretti

Nello spazio di una sola generazione (25 anni) l’Italia ha perso più di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne

Nello spazio di una sola generazione (25 anni) l’Italia ha perso più di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne che garantiscono la sicurezza ambientale e alimentare in un momento storico segnato dai pesanti effetti della guerra in Ucraina sulle forniture alimentari con l’impennata dei prezzi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti diffusa in occasione della Giornata mondiale della terra il 22 aprile, in cui si celebra l'ambiente e la salvaguardia del pianeta fondamentale per la vita e per la produzioni alimentari.

In Italia la superficie agricola utilizzabile si è già ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione con la copertura artificiale di suolo coltivato che ha toccato la velocità di 2 metri quadri al secondo e la perdita di oltre 400 milioni di chili di prodotti agricoli in un decennio. Un problema grave per un Paese come l’Italia che deve ancora colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti dalla carne al latte, dai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.

L’Italia è obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare che con i raccolti nazionali di mais e soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, si copre rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

“L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro, dai bacini di accumulo dell’acqua alle nuove tecnologie. "La sparizione di terra fertile non pesa infatti solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei territori con danni e vittime".

"Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici con quasi 6 eventi estremi al giorno nell’ultimo anno tra precipitazioni violente e lunghi periodi di siccità nella Penisola dove oggi il 91,3% dei comuni è a rischio idrogeologico, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ispra. Nel nostro territorio questo argomento è molto sentito e condiviso e ci teniamo a sottolinearne costantemente l’importanza in momenti di concerto sia con l’amministrazione pubblica che con i nostri associati, per valutare passo passo le soluzioni da mettere in campo", conclude Bernabini

"Il ritorno alle campagne, argomento di fondamentale importanza evidenziato ulteriormente dagli Oscar Green di Coldiretti, il premio dedicato alle aziende innovative in agricoltura, assegnato ieri a Roma, è sostenuto da un dato recentemente rilevato - Dopo la pandemia – dichiara il Direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri – abbiamo notato un importante avvicinamento dei giovani alla terra. Come Coldiretti sosteniamo a pieno la voglia di mettersi in gioco dei nostri giovani, pronti ad affrontare le sfide del futuro. Che non solo è il futuro dell’agricoltura, ma che rappresenta il domani dell’intero Paese” “Stiamo assistendo allo sviluppo di un nuovo ruolo del settore agricolo – conclude Massimiliano Bernabini - un’agricoltura che guarda avanti, rispettando l’ambiente e producendo ciò di cui tutti abbiamo bisogno".

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