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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Al via il percorso di internazionalizzazione della Fiera di Forlì

La Cina rappresenta il 20% della popolazione mondiale su appena il 7% del territorio agricolo, per cui ha necessità di importare le materie prime per la mangimistica e le relative tecnologie nonché le tecnologie per rendere sostenibili gli allevamenti moderni

Con l’accordo di partenariato fra la Fiera di Forlì spa e la China Animal Agriculture Association inizia la fase operativa della strategia di internazionalizzazione di FierAvicola. La hina Animal Agriculture Association è l’unica associazione che raggruppa gli allevatori ed agricoltori cinese, è organizzata in dieci dipartimenti che rappresentano le diverse filiere produttive, ed è un braccio operativo del Ministero Agricoltura cinese. 

La collaborazione prevede lo scambio di informazioni e tecnologia dall’Italia, l’organizzazione di workshop in Cina con gli operatori e produttori italiani delle tecnologie per il settore avicolo nel 2016 e 2017, ed ultima la partecipazione dei operatori cinesi alla prossima edizione di FierAvicola 2017 che si terra dal 5 al 7 aprile 2017. La Cina consuma oltre 50 milioni di carne avicola all’anno pari a 16 volte la produzione dell’intera Unione Europea. Questo costringe la Cina ad importare circa 260 mila tonnellate all’anno. La produzione è molto consistente pari a 23 milioni di carne ma le strutture sono molto tradizionali con forti problemi di efficienze, sicurezza alimentare nonché benessere animale.

Nel 1988, la produzione di uova in Cina ha superato per la prima volta i 20 milioni di tonnellate pari a circa il 40% della produzione mondiale di uova e quattro volte superiore a quello negli Stati Uniti. Nel 2014, la produzione di uova della Cina ha raggiunto 28,94 milioni di tonnellate, in aumento dello 0,6% ogni anno. Tra i problemi che affliggono questo settore, per cui la hina Animal Agriculture Association rivolge l’attenzione alle competenze italiane, i più significativi sono focolai di malattia avicole, il costo dei mangimi, l’uso ristretto del territorio che limita la possibilità di aumentare la produzione mangimistica  e le normative ambientali più severe.

Negli ultimi anni, il governo cinese ha cercato di incoraggiare impianti di grandi dimensioni e sistemi di produzione animale più efficienti. Le grandi aziende, compresi gli agricoltori specializzati hanno cominciato ad effettuare importanti investimenti sull’automatizzazione, sui sistemi di controllo e gestione degli impianti di produzione, sulla biosicurezza e sulla prevenzione delle malattie. La Cina rappresenta il 20% della popolazione mondiale su appena il 7% del territorio agricolo, per cui ha necessità di importare le materie prime per la mangimistica e le relative tecnologie nonché le tecnologie per rendere sostenibili gli allevamenti moderni.
 

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