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Invasione russa in Ucraina, Mazzotti (Legacoop Romagna): "Preoccupati per le conseguenze economiche"

"Prima di tutto la Pace: è questo l’imperativo categorico che si deve affermare immediatamente. Le armi devono abbassarsi, il diritto internazionale deve essere ripristinato"

"Prima di tutto la Pace: è questo l’imperativo categorico che si deve affermare immediatamente. Le armi devono abbassarsi, il diritto internazionale deve essere ripristinato, l’invasione russa dell’Ucraina deve cessare e bisogna tornare a ridare la parola alla diplomazia e al dialogo". Sul drammatico conflitto interviene anche Mario Mazzotti, presidente di Legacoop Romagna.

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"La comunità internazionale in questi giorni ha fatto sentire di nuovo in modo unanime la sua voce e chiediamo alla Russia di prenderne atto. Senza la Pace svanisce ogni altro ragionamento sulle questioni e le cause di un conflitto latente già da anni.  Tutti gli sforzi ora quindi vanno concentrati su questo punto, come hanno affermato l’Unione Europea e il Governo italiano.  Legacoop Romagna parteciperà a tutte le manifestazioni che associazioni, partiti e istituzioni stanno organizzando nelle nostre città, sin dalle prime ore dell’invasione russa, per chiedere l’immediato ripristino del diritto internazionale in Ucraina. Come Cooperatrici e come Cooperatori siamo molto preoccupati delle conseguenze che questo conflitto determina e determinerà sullo scenario economico globale e per le ripercussioni inevitabili sul nostro Paese e sulle nostre imprese.  Le sanzioni comminate nei confronti della Russia hanno lo scopo di colpire quel sistema economico, finanziario, industriale e militare proprio per indurre la Russia a tornare al tavolo dei negoziati e della trattativa, ed è per questo che sono giuste". 

Prosegue Mazzotti: "Ci impegneremo affinché la gravissima crisi umanitaria che si preannuncia veda prevalere le ragioni della solidarietà e della fratellanza tra i popoli. Svilupperemo tutte le azioni di solidarietà e di sostegno alle popolazioni colpite dal conflitto e alle conseguenze che questo produrrà per la parte più debole della popolazione civile, chiamata come in tutte le guerre, purtroppo, a pagare i prezzi più alti.  Il conflitto russo-ucraino richiama direttamente l’Europa alla necessità di accelerare ulteriormente sul versante di dotarsi di una politica di difesa e una politica energetica comuni. L’Italia, per la sua dipendenza dalle importazioni di materie prime, in particolare di gas dalla Russia, deve rilanciare gli investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, riprendere il programma di approvvigionamento di gas dai giacimenti nazionali, incrementare le scorte strategiche e gli stoccaggi. C’è bisogno di un’unica regia pubblica nel governo della materia energetica, sia per la parte relativa ai contratti internazionali di fornitura, sia per le politiche di approvvigionamento e produzione". 

"Solo una regia pubblica unica - si avvia a conclusione - può consentire di affrontare al meglio mercati deregolati, sottoposti a processi speculativi che si accentueranno certamente con il conflitto in atto.  La transizione energetica e quella digitale sono due facce della stessa medaglia: vanno dunque in questo momento ulteriormente rilanciate non solo come risposta economica e ambientale, ma anche come occasione di una politica estera improntata sul rilancio della collaborazione e del dialogo a livello globale. Nella storia del movimento cooperativo la Pace ha sempre rappresentato una delle bandiere identitarie più forti. Anche oggi quella battaglia, oggi più che mai, ritrova le proprie ragioni universali di impegno e di lotta".

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