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Economia

'L'anno che verrà', lettera aperta di Confartigianato: "Ridare fiducia al mondo produttivo"

”I 209 miliardi della Next Generation EU sono un’opportunità che non può andare sprecata"

"L'anno che verrà", è la lettera aperta di Confartigianato di Forlì. Con una citazione, omaggio a Lucio Dalla, il presidente Luca Morigi e il segretario Marco Valenti immaginano il futuro, non solo di Confartigianato di Forlì, nei prossimi mesi. “Il contesto, già complesso per i numerosi anni di crisi, è stato reso ancora più arduo dalla diffusione del Covid-19 e diviene più che mai necessario individuare interventi che ridiano fiducia e sostegno al mondo produttivo, che anche noi rappresentiamo, con i nostri 5mila soci, fra attivi e pensionati".

”I 209 miliardi della Next Generation EU sono un’opportunità che non può andare sprecata. È prioritario ponderare interventi mirati a uno sviluppo autentico, che scongiurino il rischio di lasciare un debito incolmabile alle generazioni future, per questo occorre un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche, di Governo e di opposizione, per lavorare a un piano strategico, frutto di una visione organica, che permetta al Paese di essere maggiormente competitivo. Non è sufficiente riempirsi la bocca di concetti come economia green o digitalizzazione, le idee devono concretizzarsi in progetti fattibili, che trovino immediata attuazione e che vedano il sistema delle piccole e micro imprese tra i protagonisti di questa transizione".

Spiegano i vertici forlivesi: “A livello locale, Confartigianato di Forlì ricorda che sono maturi i tempi per porre mano al futuro istituzionale della Romagna, con una provincia unica o l’ipotizzata città metropolitana, al contempo, i piccoli comuni dell’entroterra dovranno ripensarsi: unione dei municipi o fusione, qualsiasi sarà l’orientamento, la scelta è inevitabile. L’unione per territori omogenei consentirebbe di introdurre economie di scala per liberare risorse da dedicare all’ammodernamento delle infrastrutture.” Dopo un decennio di crisi economica e uno segnato pesantemente dalla crisi sanitaria, occorre il coraggio di una svolta forte, che ridia slancio all’economia dei territori. “L’utilizzo del recovery fund deve diventare il la per una serie di interventi che superino le logiche di campanile o di lobby, abbiamo una grossa responsabilità nei confronti delle prossime generazioni, una razionalizzazione delle risorse non può più attendere.”
 

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