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Economia

L'evoluzione del mercato dei crediti di carbonio: un webinar con esperti e ricercatori

La lotta al cambiamento climatico coinvolge le imprese di ogni tipo a anche attraverso lo strumento innovativo dei mercati dei crediti di carbonio

In che modo il mercato dei crediti di carbonio può contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico?  Quali sono le azioni già avviate a livello italiano ed europeo? E come misurare effettivamente l’impatto sul clima dei prodotti e delle organizzazioni? Sono alcune delle domande a cui vuole dare risposta il webinar “L’evoluzione del mercato dei crediti di carbonio. Strumenti e opportunità” che il progetto Geco2 manda in diretta venerdì dalla sede Legacoop Romagna di Forlì, raccogliendo i pareri di esperti e ricercatori universitari provenienti da tutta Italia. L’evento è gratuito e rivolto alle imprese e ai professionisti di tutti i settori. Per iscriversi e ottenere il link di partecipazione alla videoconferenza occorre compilare il modulo all’indirizzo web https://bit.ly/geco2021.

Il primo a parlare, dopo i saluti del coordinatore della sede di Forlì di Legacoop Romagna, Matteo Marchi, sarà Leonardo Marotta, consulente tecnico di Geco2 ed esperto dello studio Entropia che si occupa di analisi e valutazione ambientale, progettazione del territorio, analisi di sostenibilità e consulenza ambientale. Marotta affronterà l’evoluzione dei mercati dei crediti di carbonio, le caratteristiche che assume un mercato volontario e il ruolo che esso può avere nel settore agricolo. La ricercatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Silvia Coderoni, farà il punto sull’iniziativa europea della Carbon Farming per il sequestro del carbonio nei suoli agrari, con cui la Commissione europea intende sviluppare e premiare le soluzioni basate sulla natura che rimuovono il carbonio dall’atmosfera e possono aiutare l’UE a raggiungere la neutralità climatica.

Roberto Buonamici, di EcoInnovazione, presenterà le misure e gli strumenti per la valutazione dell’impronta carbonica nelle aziende. Seguirà l’intervento di Antonio Cinti, project manager di Geco. Geco2  fa collaborare alcune regioni del Mare Adriatico per sperimentare pratiche vicine all’ambiente, migliorare la gestione dei suoli e ridurre le emissioni di Co2, con l’obiettivo di creare un mercato volontario di crediti edebiti equivalenti di anidride carbonica (CO2e) basato sul settore agricolo. Infine Daniele Pernigotti dello studio di consulenza ambientale Aequilibria affronterà i modi migliori per comunicare la “carbon footprint”, ovvero l’impatto dei prodotti e delle organizzazioni sul clima. Le conclusioni saranno affidate al presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti. La giornata sarà coordinata dal giornalista Emilio Gelosi.

Il progetto Geco2

Il settore agroalimentare, uno dei più colpiti dai disastri causati dal riscaldamento globale, è in prima fila per combattere i cambiamenti climatici. Grazie a nuove e più sostenibili pratiche agricole è possibile controbilanciare una parte delle emissioni di gas serra catturando e immagazzinando la Co2 nel suolo e nelle biomasse. Quello che ancora manca è la possibilità di misurare e valorizzare queste attività svolte dagli agricoltori, vendendo i crediti così acquisiti ad altre aziende interessate a raggiungere la neutralità carbonica e a qualificare dal punto di vista ambientale i loro prodotti. Da qui l’idea di Geco2, che fa collaborare alcune regioni del Mare Adriatico per sperimentare pratiche vicine all’ambiente, migliorare la gestione dei suoli e ridurre le emissioni di Co2, con l’obiettivo di creare un mercato volontario di crediti/debiti equivalenti di anidride carbonica (Co2e) basato sul settore agricolo.

Il territorio di riferimento è quello delle regioni adriatiche tra Italia e Croazia dove operano gli otto partner guidati dalla capofila Arpae Emilia-Romagna: Legacoop Romagna, le Regioni Marche e Molise, l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, Rera sd per il coordinamento e lo sviluppo della Provincia di Spalato Dalmazia, Agrra-Zara e la Regione di Dubrovnik Neretva. La grande cooperativa Apofruit Italia partecipa alla sperimentazione mettendo a disposizione il know how dei suoi tecnici e dei suoi soci, mentre supporta il coordinamento Innovacoop, la società del sistema cooperativo regionale rivolta alla promozione dell’innovazione e dell’internazionalizzazione.

"Se un agricoltore potesse misurare e monetizzare le attività di stoccaggio della Co2 sarebbe stimolato a impegnarsi ulteriormente nella lotta ai cambiamenti climatici - dice il project manager Antonio Cinti -. Le imprese trasformatrici sarebbero sensibilizzate sulle loro emissioni e potrebbero sfruttare i crediti come una importante leva di marketing per aumentare il valore aggiunto dei propri prodotti Infine le comunità locali inoltre godrebbero di migliori condizioni ambientali e della disponibilità di prodotti più ecologici sia freschi che trasformati. Ci aspettiamo risultati vantaggiosi per tutti". 

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