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Economia

L'impatto del covid, contrazione di oltre il 10%: "Non è il momento di farsi scoraggiare dai numeri". Confermata la ripresa dal 2021

"Alle prevedibili difficoltà, indotte dalla gravità del quadro generale e sintetizzate dai numeri, il territorio può far fronte con qualità distintive e di resilienza consolidate e anche grazie agli strumenti resi disponibili dal Sistema camerale", evidenzia Zambianchi

"Non è il momento di farsi scoraggiare dai numeri, che sono - come prevedibile - assai negativi, e lo saranno anche nei prossimi mesi". Così il presidente della Camera di Commercio della Romagna, Alberto Zambianchi, presentando i primi dati economici 2020, relativi al territorio Romagna, con focus sulle provincia di Forlì-Cesena. I dati dell’Osservatorio camerale confermano le criticità che sta attraversando anche il sistema produttivo dovute alla pandemia da Covid-19 e, soprattutto, consentono di capire le asimmetrie di impatto della crisi e il posizionamento del nostro territorio nel panorama regionale e nazionale.

La situazione generale - grave e incerta, provocata dal virus pandemico - ha determinato, nei primi mesi del 2020, una forte contrazione dell’economia provinciale: diminuzioni del numero delle localizzazioni e delle imprese attive, flessione della produzione nel manifatturiero, cali nelle vendite del commercio al dettaglio, contrazione delle esportazioni, rilevante incremento delle ore di cassa integrazione e decisa flessione del movimento turistico; a ciò si aggiungono le problematiche strutturali e congiunturali del comparto agricolo (aggravate da fenomeni meteorologici avversi).

Nel complesso, gli scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2020, confermano per il 2019 una crescita del valore aggiunto (in termini reali) pari allo 0,7% (superiore a quella media regionale e nazionale); per il 2020, invece, si stima un forte calo della ricchezza prodotta (-10,2%), indotto dalle vicende del Covid-19, lievemente più contenuto rispetto alla dinamica regionale. Nel 2021 è atteso un rimbalzo significativo (+6,3%), ma non sufficiente ad un pieno recupero della crescita persa nel 2020.

"Solo quello che si misura può essere migliorato, per questo la funzione di Osservatorio qualificato che la Camera della Romagna garantisce al territorio è particolarmente preziosa, tanto più nella grave situazione nella quale ci troviamo, perchè ci consente di avere a disposizione, oltre ai ‘numeri’, altri elementi qualitativi che ci aiutano a comprendere meglio la realtà e ad individuare strategie mirate. Riguardo poi agli scenari dei singoli settori e alla loro capacità di tenuta - sulla quale incidono poi le caratteristiche strutturali del nostro territorio – stiamo lavorando affinché le misure straordinarie poste in atto dal Governo, dalla Regione e dalla Camera di commercio possano essere efficaci nel sostenere un sistema imprenditoriale che sta dando prova di grande determinazione e impegno.

"Questo è il momento di lavorare ancora più intensamente, tutti assieme, istituzioni, imprese, associazioni di categoria, sindacati e sistema bancario, per affrontare nel modo più costruttivo le difficoltà che abbiamo davanti - prosegue Zambianchi -. Lavoriamo partendo dal presupposto che il nostro territorio è in grado di far fronte alle difficoltà della situazione con le qualità distintive, che nel tempo hanno prodotto e consolidato la nostra capacità di creare ricchezza e coesione e che ci hanno sempre consentito un buon posizionamento a livello nazionale. I punti di forza del Sistema territoriale dai quali possiamo partire - qualità della vita, capitale umano, capacità innovativa, competenze e resilienza - sono di indubbio valore. In questa fase, quindi, servono una forte azione strategica, una rinnovata capacità di relazione con i livelli istituzionali superiori e una spinta a tradurre una visione di ripresa, crescita e sostenibilità in un modello di sviluppo efficace e condiviso. La situazione è complessa, ma non senza soluzioni e abbiamo la possibilità di giocare una partita vincente".

In dettaglio

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30 giugno, è costituito da 36.471 imprese attive (sedi), in flessione dello 0,9% rispetto al medesimo periodo del 2019; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 92 imprese attive ogni mille abitanti (89 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Più della metà (il 57,4%) del totale delle imprese attive sono imprese individuali, mentre le società di capitali, pari al 18,6% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 93% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti. In flessione il numero delle imprese artigiane (11.810 al 30 giugno; -1,4% rispetto allo stesso periodo del 2019), così come si riduce il numero delle imprese cooperative (509 al 30/6/2020; -1,4% annuo). Le start-up innovative al 29 giugno risultano 67 (il 7,0% delle start-up regionali), in aumento rispetto a giugno 2019 (+4,7%). In merito all’andamento dei principali settori, risulta in flessione dell’1,6% la consistenza delle imprese agricole attive (6.383 unità al 30 giugno), rispetto allo scorso anno.

Agricoltura

In termini climatici, si segnalano mesi invernali e primaverili in linea con quelli degli ultimi anni, con scarsissima pioggia e temperature miti; da segnalare, a fine marzo, tre giorni di gelate importanti, con riflessi sulle produzioni della frutta primaverile ed estiva, e, a giugno un aumento della piovosità, pur in un contesto di temperature nella media. Riguardo ai cereali, l’andamento meteo climatico primaverile ha comportato una produzione molto buona con rese in aumento e qualità ritenuta ottima dagli operatori del settore; nonostante la scarsa piovosità, si sono avuti effetti positivi da escursione termica giorno/notte. In merito alle colture foraggiere si riscontra un primo taglio anticipato, prodotto di ottima qualità e abbondante a causa delle assenti piogge primaverili. Con riferimento alla frutticoltura le gelate tardive di fine marzo e dei primi giorni di aprile hanno causato danni serissimi alle colture in fioritura: albicocche, mancata produzione dall’80% al 90%; pesche e nettarine, mancata produzione dell’80%; susine, mancata produzione dal 70% all’80%. Di conseguenza, si rilevano prezzi crescenti per la riduzione dell’offerta. Nel comparto zootecnico, bovini e ovini presentano quotazioni stazionarie mentre i suini hanno un trend in calo dei prezzi negli ultimi sei mesi. Per gli avicoli: pollo da carne prezzo (franco allevamento) in flessione (-6,5%, media gennaio-giugno 2020 sul medesimo periodo dell’anno precedente); uova prezzo in aumento (+14,9%, media gennaio-giugno 2020 sul medesimo periodo dell’anno precedente).

Manifatturiero

I dati congiunturali relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna, al primo trimestre 2020, evidenziano una diminuzione della produzione (-2,2%, variazione percentuale media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti) e una flessione degli ordini interni (-2,9%); rallentano, poi, fatturato (-0,3%) e ordini esteri (-0,4%). L’unica dinamica positiva della produzione è fatta segnare dal comparto “macchinari”; performance negative, invece, per tutti gli altri comparti, in particolare per “confezioni” e “calzature”. Dal punto di vista della struttura produttiva, si rileva un calo del 3,3% della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30/6/2020 (3.470 unità), rispetto al medesimo periodo del 2019.

Costruzioni

Per il settore delle costruzioni si attesta una stabilità del numero delle imprese attive (5.559 al 30 giugno, -0,1% rispetto allo scorso anno). Positiva, invece, la dinamica del volume di affari del comparto: +1,5% in termini tendenziali al 1° trimestre 2020, secondo la rilevazione di Unioncamere Emilia-Romagna.

Commercio al dettaglio

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel primo trimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, risultano in sensibile diminuzione (-5,1%); a soffrire è il comparto non alimentare (-12,4%), mentre è positiva la performance dell’alimentare (+8,8%) e, riguardo alla dimensione, sia la piccola sia la media distribuzione (rispettivamente, -8,1% e -9,0%), rispetto alla grande (stabile). Anche in termini di numerosità le imprese del commercio al dettaglio sono in calo (3.980 aziende al 30 giugno, -2,5% annuo). Diminuisce, inoltre, la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta 7.977 imprese al 30 giugno (-1,6% rispetto al 30 giugno dello scorso anno).

Export

In decremento l’export provinciale (860 milioni di euro) nei primi tre mesi del 2020: -4,3% la variazione rispetto ad analogo periodo del 2019. Ciò è dovuto alla diminuzione del valore esportato di alcuni dei principali prodotti: -4,7% i macchinari ed apparecchi meccanici (14,6% del totale), -5,8% gli apparecchi elettrici (7,8%), -20,0% gli articoli sportivi (7,5%) e -25,5% le calzature (6,2%). In aumento, invece, i prodotti in metallo (+5,9%, 14,9% dell’export), i prodotti dell’agricoltura (+3,5%, 10,3%), alimentari e bevande (+5,1%, 8,1%) e mobili (+2,7%, 7,0%); sostanzialmente stabili gli articoli in gomma e materie plastiche (+0,2%, 6,8%). Risultano comunque in crescita le esportazioni verso il più importante mercato di sbocco, rappresentato dall’Unione Europea (60,8% del totale): +1,4%, grazie in particolare ai due principali Paesi: Germania (+8,2%) e Francia (+4,2%). In aumento, del 4,6%, anche l’export verso l’America settentrionale (7,8% del totale), grazie soprattutto agli Stati Uniti (+4,0%), mentre si assiste ad un sensibile calo dei flussi verso i Paesi europei non UE (-19,7%, 12,8%), complice una forte diminuzione verso il Regno Unito (-25,6%) (ora considerato appunto extra UE, N.d.R.); in diminuzione, infine, anche le esportazioni verso l’Asia orientale (-9,4%, 7,2% dell’export). Le importazioni provinciali (427 milioni di euro) risultano in diminuzione: -9,8% nel periodo gennaio-marzo 2020 sul medesimo intervallo del 2019.

Alloggio e ristorazione

Le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (2.737 unità al 30 giugno) sono in diminuzione rispetto al 30 giugno dello scorso anno (-1,5%). Nel periodo gennaio-maggio 2020, rispetto ai primi cinque mesi dell’anno precedente, il movimento turistico presenta dati fortemente negativi: -71,5% gli arrivi totali (-69,4% italiani, -84,0% stranieri) e -72,8% le presenze totali (-70,6% italiane, -82,4% straniere). Questo è l’effetto diretto della sospensione della ricettività turistica dal mese di marzo fino a circa la metà di maggio dovuta alle disposizioni di contenimento del Covid-19. Di conseguenza, in base alle rilevazioni congiunturali di Unioncamere Emilia-Romagna, crolla il volume d’affari del settore turistico nel primo trimestre dell’anno in corso (-26,9% rispetto allo stesso periodo del 2019).

Trasporti

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo annuo del 4,2% (995 unità al 30 giugno), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (1.287 unità, -3,1%).

Occupazione e disoccupazione

I dati Istat sulle forze di lavoro - pre crisi Covid (ultimi disponibili) - relativi all’anno 2019 (media annuale), rilevano per la provincia di Forlì-Cesena un tasso di attività 15-64 anni (75,7%) superiore al dato regionale (74,6%) e alla media nazionale (65,7%); un tasso di occupazione 15-64 anni (71,4%) migliore sia del dato regionale (70,4%) sia di quello nazionale (59,0%); un tasso di disoccupazione 15 anni e più (5,5%) uguale alla media regionale (5,5%) e inferiore al dato nazionale (10,0%); e un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (17,8%) più basso rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (18,5%) e dell’Italia (29,2%). I dati “destagionalizzati” SILER, elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna riportano, per il periodo marzo-maggio 2020, un saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati) negativo (-4.987 posizioni lavorative).

Nel periodo gennaio-giugno 2020 risultano autorizzate 13.204.637 ore di Cassa Integrazione Guadagni, con un’imponente incremento, causa Covid-19, rispetto ad analogo periodo 2019 (+2650,7%). In rilevante aumento il ricorso alla CIG Ordinaria (76,0% della CIG totale) che comprende gli interventi specifici disposti dalle norme Covid-19; molto meno quello alla CIG Straordinaria (2,2%), mentre ricompare la CIG in deroga (21,8%) che nel 2019 non era stata prevista. La maggioranza delle ore di CIG autorizzate si ritrova nel settore manifatturiero (62,5% del totale); seguono Commercio (12,6%), Costruzioni (10,5%) e Alloggio e ristorazione (4,2%).

Riguardo all’andamento del credito, al 31 marzo 2020 (ultimi disponibili) i prestiti bancari alle imprese, che ammontano a 7,1 miliardi di euro (il 62% del totale clientela) risultano sostanzialmente stabili (-0,1% rispetto al medesimo periodo del 2019): in lieve aumento quelli alle imprese medio-grandi (+0,3%), in calo i prestiti alle piccole imprese (-1,5%). A livello settoriale, leggero incremento per i prestiti ai servizi (+0,4%), stabilità per quelli al manifatturiero (-0,1%) e calo dei prestiti alle costruzioni (-1,6%). Il credito erogato alle famiglie è invece in aumento (+2,9%). Le sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2020, sono state pari al 5,69% (Emilia-Romagna: 4,84%, Italia: 3,88%); il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia, sempre nel primo trimestre 2020 (+2,2%), risultava superiore, infine, a quello regionale (+1,7%). 

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