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L'imprenditoria resiste: Forlì-Cesena al decimo posto

Il nostro Paese vanta un tessuto imprenditoriale che, nonostante la crisi, è tra i più vivaci del mondo. È il dato rilevato da Confartigianato

Il nostro Paese vanta un tessuto imprenditoriale che, nonostante la crisi, è tra i più vivaci del mondo. È il dato rilevato da Confartigianato, che evidenzia come, con 6,6 imprese ogni 100 abitanti, l’Italia sia in testa alla classifica dei Paesi a economia avanzata con il più alto tasso di imprenditorialità. Secondo la rilevazione di Confartigianato, i distretti dell’artigianato sono diffusi ovunque in Italia, ma le aziende trovano un terreno particolarmente fertile in Toscana e nella nostra regione. Tra le prime dieci province per diffusione del tasso di imprenditorialità artigiana spiccano infatti Reggio Emilia al terzo posto e Forlì-Cesena al decimo posto della classifica nazionale. Un dato di rilievo che conferma le potenzialità del nostro tessuto produttivo.

Al secondo posto vi è la Francia con 4,1 imprese ogni 100 abitanti, seguita dal Regno Unito con 2,8 aziende per 100 abitanti. Se l’Italia fa registrare questa affermazione dell’imprenditoria, a livello mondiale, lo deve soprattutto all’artigianato che, con 1.448.867 aziende, spicca per la capillare presenza sul territorio italiano.

Chiarisce il segretario di Confartigianato Forlì Roberto Faggiotto: “La propensione al fare impresa va sostenuta non soltanto nella fase di avvio, ma soprattutto durante la vita dell’azienda. Non è sufficiente puntare sulle start up innovative se poi in Italia continuano a permanere criticità sulla vita delle imprese che ne bloccano lo sviluppo e la capacità di generare occupazione - continua Faggiotto - tra i nodi da sciogliere in primis ci sono i tempi della burocrazia: solo per il pagamento di imposte e contributi gli imprenditori italiani impiegano 285 ore, contro una media europea di 209 ore. Ma non va meglio se pensiamo ai tempi della giustizia; sono ben 1210 i giorni necessari per la soluzione giudiziale delle controversie commerciali, più del doppio della media europea. L’Italia ha un grande patrimonio di micro e piccole imprese da tutelare, per questo chiediamo agli interlocutori istituzionali maggiore attenzione per rimuovere i vincoli e creare il contesto che valorizzi e renda maggiormente competitive, anche in ambito internazionale, le nostre aziende.”

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