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Economia

La fotografia della crisi, calano le imprese: soffrono edilizia e manifatturiero

Preoccupante è la perdita di imprese e di localizzazioni dei comparti costruzioni (-4,1%) e manifatturiero (-1,6%), sia per la portata occupazionale, sia per i settori che attivano nella catena di creazione del valore.

"Il 2013 è stato un anno che ha presentato un andamento economico ancora preoccupante ma in cui è possibile rilevare alcuni elementi di positiva interpretazione". E' quanto ha affermato Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Commercio, presentando il “Rapporto sull’Economia della provincia di Forlì-Cesena nel 2013” realizzato dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna.

"Lo scenario internazionale vede il proseguimento della crescita, seppure rallentata rispetto al passato, dei Paesi emergenti e dell’economia statunitense, che è contraddistinta da una politica di espansione della massa monetaria, con performance del PIL e dell’occupazione sensibilmente migliori della Unione Europea - ha aggiunto Zambianchi -. Nell’area Euro si registrano modesti segnali di ripresa e una lentissima risalita dell’inflazione; i tassi di interesse nell’Eurozona sono al minimo storico e il rafforzamento della valuta europea alimenta un “euro troppo forte in un’economia europea troppo debole”, con la conseguenza di penalizzare le esportazioni".

"In questo scenario, il nostro Paese si presenta con gravi squilibri macroeconomici e la Commissione Europea ha sottolineato nuovamente l’urgenza di ridurre il debito pubblico sul prodotto interno lordo, di aumentare produttività e competitività, e, soprattutto, di riavviare la crescita - ha proseguito il presidente dell'ente camerale -. Il contesto nel quale le imprese italiane si trovano ad operare è dunque caratterizzato da condizioni particolarmente difficili, fra le quali un’enorme pressione fiscale, un costo del lavoro e dell’energia più elevato rispetto al resto dell’Europa e difficoltà generalizzate di accesso al credito, a fronte di un sistema bancario costretto ad accantonamenti straordinariamente elevati per la crescita esponenziale delle sofferenze.Ciononostante i primi timidi spiragli di un risveglio economico si stanno facendo strada anche nel nostro Paese. Ma il cammino della crescita si presenta ancora lungo e difficile".

Osserva Zambianchi: "Per la provincia di Forlì-Cesena, nel complesso e pur nella situazione di crisi, si segnalano alcuni elementi positivi: la capacità di tenuta di alcune specializzazioni, come agroalimentare e calzature, e delle imprese più strutturate; il significativo contributo del settore Non profit alla creazione di valore economico e sociale; i segnali positivi dalla congiuntura manifatturiera del 4° trimestre 2013, con crescita di produzione, di fatturato di ordini interni ed esteri; la performance complessivamente positiva delle esportazioni".

I NUMERI - A livello locale, dall’esame dei dati, si rileva che la struttura imprenditoriale nella provincia di Forlì-Cesena presenta 46.395 sedi e unità locali attive (variazione al 31 dicembre scorso, rispetto al 2012: -2% in provincia, -1% in regione, -0,7% in Italia); sono 8.507 le imprese “femminili” (-2,3%), 3.162 quelle “Giovanili” (-5,7%) e 2.727 (+0,8%) quelle con titolari stranieri. Sono 8,5 gli abitanti per sedi e unità locali attive (8,6 in Regione e 9,5 in Italia). Leggero calo, rispetto al 2012 e con valori al netto dell’agricoltura, le società di capitale (-0,2%). In calo le imprese individuali (-1,9%) e le società di persone (-1,3%). Preoccupante è la perdita di imprese e di localizzazioni dei comparti costruzioni (-4,1%) e manifatturiero (-1,6%), sia per la portata occupazionale, sia per i settori che attivano nella catena di creazione del valore.

AGRICOLTURA - In agricoltura continua il calo generalizzato del numero delle sedi e unità locali attive (7.562, -7,2% rispetto al 2012), calo in atto da diversi anni. La Produzione Lorda Vendibile provinciale, pari a 618 milioni di euro nel 2013, rispetto all’anno precedente ha evidenziato un calo complessivo del -1,1%; criticità nei comparti delle coltivazioni erbacee, per effetto della contrazione delle quantità prodotte di cereali e orticole. Stabilità in quello delle coltivazioni arboree, ma i livelli produttivi si sono ridotti negli ultimi anni; stabile anche il comparto zootecnico, in aumento la PLV dell’avicolo.

MANIFATTURIERO - Per l’industria manifatturiera, che conta 4.716 sedi e unità locali attive (-1,6% rispetto al 2012), gli indicatori, nel 2013, sono in ripresa con riferimento alle imprese più strutturate. Il saldo annuale è rimasto negativo, a causa dell’andamento dei primi 3 trimestri, tuttavia nel IV trimestre le imprese hanno manifestato segni di ripresa. "Le previsioni per il primo trimestre 2014 sono migliori dell’anno scorso - assicura Zambianchi -. Rispetto al 2012, in cui tutti i settori avevano manifestato una decrescita, nel 2013 la maggioranza dei comparti mostra una riduzione del calo o un ritorno alla crescita. Andamento negativo per l’edilizia, dove continuano a calare sedi e unità locali attive (6.673, -4,1% rispetto al 2012) e in cui è in forte diminuzione l’occupazione, la domanda è stagnante e il volume d’affari in ulteriore rallentamento (-6%). Dai dati delle Casse Edili risulta, fra gli altri cali, una flessione delle ore lavorate: -8,8%".

COMMERCIO - "Un altro anno molto difficile anche per il commercio, (le sedi e unità locali attive sono 10.984, +0,2% rispetto al 2012) comparto che soffre per il protrarsi del calo dei consumi, per le difficoltà operative, per la caduta generalizzata della redditività – che sta compromettendo la stessa base imprenditoriale -, per la stretta creditizia e per i problemi di liquidità - spiega il presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena -. A livello provinciale, nel IV trimestre 2013, le vendite sono in calo del 4,2% (-7,6% nella piccola distribuzione). Difficoltà anche per la GDO, seppure in misura minore".

EXPORT - Il movimento commerciale con l’estero nel 2013 ha fatto rilevare, rispetto al 2012, un aumento delle esportazioni pari al +5,9% (Emilia-Romagna +2,6% e Italia -0,1%). Le importazioni sono cresciute a livello provinciale e regionale: +2,5% in provincia, +0,9% in Emilia-Romagna; sono calate in Italia: -5,5%. Macchinari e apparecchi meccanici, metalli e prodotti in metallo, calzature, prodotti dell’agricoltura e prodotti alimentari sono i più esportati, mentre le principali destinazioni sono l’Unione Europea, l’Europa extra UE e l’Asia Orientale; apertura crescente verso i mercati extra europei.

TURISMO - Sostanziale tenuta per la stagione turistica, con arrivi stabili e presenze in leggera diminuzione (rispettivamente 0% e -0,9%); flessione delle presenze di italiani (-0,7%) e stranieri (-1,6%). Stabile il flusso nel comparto marittimo, positivo l’andamento turistico nelle località del Parco delle Foreste Casentinesi. Trasporti in forte discesa: calano sedi e unità locali attive di “Trasporto e magazzinaggio”  (-1,5%), di “Trasporto di merci su strada” (-2%). Numerose le criticità specifiche, tra cui concorrenza sleale che spesso costringe a prestare servizi sottocosto, aumento dell’indebitamento e delle sofferenze, problemi di liquidità operativa, difficoltà nell’incasso dei crediti.

BANCHE - Riguardo al credito prosegue il ridimensionamento strutturale del settore: -4,9% sportelli bancari (anche se la densità degli sportelli è più elevata rispetto agli altri livelli territoriali: 85 ogni 100.000 abitanti, per Forlì-Cesena, 77 per Emilia-Romagna, 54 per Italia). La raccolta bancaria è in crescita, +5,2%, il rapporto “depositi per abitante” è di 21.861 euro, contro i 24.598 dell’Emilia-Romagna, in linea però con l’Italia, euro 21.078. Calo netto degli impieghi “vivi” alle imprese (-6,4%); le sofferenze sugli impieghi totali, al 30/9/2013, sono il 7,13%.

ARTIGIANATO - Nell’artigianato, le sedi e unità locali attive (14.049) risultano in calo (-2,9%) al 31/12/2013, rispetto ad analogo periodo 2012. Quasi tutti i settori del sistema artigianale soffrono, in particolare si aggravano le problematiche in edilizia e trasporti; difficoltà, in generale, per le imprese che lavorano in conto terzi. Pressione fiscale, crisi di liquidità e burocrazia sono elementi di criticità. Si riscontra, come già negli anni passati, una buona capacità di reazione da parte della cooperazione (537 imprese attive, -1,1% rispetto al 2012) e tenuta dei livelli occupazionali. La crisi si è manifestata anche nel settore, che però ha continuato a far leva sui propri fattori distintivi, come lo spirito solidaristico. Le criticità maggiori si riscontrano nelle aree cultura, servizi, sociale, edilizia, autotrasporti. Le cooperative sociali sono 94, come nel 2012; esse, pur attraversando una difficile fase di consolidamento, rappresentano un punto di riferimento per il welfare locale.

NO PROFIT - "Dai dati relativi al 9° Censimento Istat, Non Profit dai quali risulta che la nostra provincia è un territorio ad alto numero di Organizzazioni Non Profit (ONP): 2.582 (+22,3% rispetto al censimento 2001), 7.648 addetti (+84,5%) e 38.844 volontari (+14,4%). Il 69,2% delle locali ONP opera nel settore cultura, sport e ricreazione; il 41,1% degli addetti ONP è impiegato nelle attività di assistenza sociale e protezione civile - osserva Zambianchi -. Da sottolineare il ruolo fondamentale svolto dalle ONP nella creazione di valore economico e sociale".

OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE - La dinamica occupazionale registra un tasso di occupazione, nel 2013, pari a 66,9%, di poco superiore a quello regionale (66,3%), e nettamente a quello nazionale (55,6%). Il tasso di disoccupazione è invece pari a 6%, tasso inferiore rispetto alla media regionale (8,5%), e a quello nazionale (12,2%). Prosegue l’aumento sostenuto degli iscritti ai Centri per l’Impiego (+12,5%), rispetto al 2012. Riguardo alle misure di integrazione salariale, la CIG ordinaria è in flessione del 16,9%, quella straordinaria in aumento del +19,7%, quella in deroga del 65,2%. Gli ultimi scenari di previsione disponibili, delineati da Prometeia e Unioncamere Emilia-Romagna e riferiti a febbraio 2014, stimano un aumento del valore aggiunto, nell’anno corrente per Forlì-Cesena, del + 0,9%, leggermente inferiore rispetto alla regione (+1,2%) e uguale all’Italia (+0,9%). Per il 2014 è previsto un aumento del Prodotto Interno Lordo italiano pari a +0,8%, rispetto all’anno precedente, (UE27 +1,3%, Germania +1,6%, Mondo +3,6%).

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