La ripartenza di ristoranti e bar, "Ma circa la metà sarà ancora costretta a rimanere chiusa"
Per Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio, "la decisione di rendere rafforzata la zona gialla ci lascia un forte senso di sconcerto"
Dal 26 aprile riaprono bar e ristoranti con le aree esterne, ma a Forlì "circa la metà dei locali sarà ancora costretta a stare chiusa". Per Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio, "la decisione di rendere rafforzata la zona gialla ci lascia un forte senso di sconcerto. E’ vero che molte attività potranno riaprire a partire dal 26 aprile, ma i nuovi provvedimenti creeranno una forte discriminazione all'interno delle stesse categorie privilegiando alcune imprese a sfavore di altre. Bar e ristoranti potranno aprire a pranzo e a cena, ma questa opportunità sarà inizialmente data solo a quei locali che hanno il servizio al tavolo esclusivamente all'aperto".
Osserva Zattini: "A Forlì, in particolare, quasi un locale su due non ha la possibilità di svolgere in maniera adeguata la propria attività all'aperto, vuoi per gli spazi troppo esigui ed insufficienti vuoi anche per una questione climatica: questa situazione creerà un fortissimo disequilibrio che danneggerà ancora una volta centinaia di imprese. L’Amministrazione comunale si è già resa disponibile a rendere, dal punto di vista burocratico, snello ed agevole il percorso per ottenere l’occupazione suolo pubblico da parte di tutti i bar e ristornati che ne facessero richiesta e questa è senz’altro una notizia positiva, che aiuta quegli imprenditori che dal 26 aprile potranno ritornare a servire i propri clienti negli spazi esterni del locale".
Confcommercio, evidenzia Zattini, "ha contribuito a redigere i protocolli per una riapertura sicura nella massima tutela della salute pubblica. È il momento di applicarli, gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte responsabilmente e con la consapevolezza che solo con l'impegno individuale si potrà arrivare a una ripartenza solida. E' il momento di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro, ma tutti devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare".