Lavoro, è boom di dimissioni negli ultimi cinque anni: e in tanti lasciano il 'posto fisso'
I freddi numeri dicono che negli ultimi cinque anni le dimissioni volontarie sono aumentate del 40%. Il 53% delle dimissioni si riferisce ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato
Aumentano le dimissioni nei rapporti di lavoro negli ultimi cinque anni nell’area Romagna - Forlì-Cesena e Rimini, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio della Camera di commercio della Romagna su dati Inps. La metà delle dimissioni riguarda la tipologia di lavoro a tempo indeterminato, seguite da quelle relative ai contratti a termine. Nel 1° trimestre di quest’anno, invece, si assiste, in termini tendenziali, ad una diminuzione delle dimissioni.
Le dimissioni nei rapporti di lavoro: provincia di Forlì-Cesena
Nel 2022 in provincia di Forlì-Cesena le dimissioni nei rapporti di lavoro sono state 16.559, ovvero il 24,3% delle cessazioni del totale dei rapporti (68.182), con una crescita, rispetto al 2021, dell’11,6%. Nel medio periodo, poi, si assiste ad un incremento ben maggiore: +39,5%, infatti, sul 2018.
Tale crescita, interrotta solo nell’anno di inizio della pandemia, ha portato ad un aumento dell’incidenza delle dimissioni di 6,4 punti percentuali: dal 17,9% del 2018 al 24,3% del 2022. Il fine contratto, che rimane il principale motivo di cessazione, vede invece calare la relativa incidenza di 6,6 p.p. (dal 70,9% del 2018 al 64,3% del 2022).
Il 53% delle dimissioni si riferisce ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, il 21,0% a rapporti a termine, il 10,3% a situazioni di apprendistato, il 7,1% alla somministrazione, il 5,5% al lavoro stagionale, e il 3,1% al lavoro intermittente.
Riguardo al genere, il 58,7% dei lavoratori dimissionari e di sesso maschile e il 41,3% femminile, mentre, per ciò che concerne l’età, il 30,6% rientra nella fascia fino a 29 anni, il 47,2% nella fascia 30-50 anni e il 22,2% appartiene a quella oltre i 51 anni.
Nel 1° trimestre del 2023, rispetto a gennaio-marzo 2022, si assiste, invece, ad un calo delle dimissioni dell’1,4% (da 3.812 del 1° trimestre 2022 a 3.758 dei primi tre mesi del 2023).