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Economia

Le differenze di genere nel mondo del lavoro, tasso di occupazione femminile al 62%

La Camera di commercio fa un'analisi delle differenze di genere nel territorio Romagna: Rimini, e Forlì-Cesena

"La situazione femminile nel mondo del lavoro nel 2020 non è migliore di quella del 2019, come invece avremmo voluto che fosse". E' l'amara considerazione del presidente della Camera di Commercio della Romagna in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, richiamando l'attenzione sul fenomeno delle differenze di genere nel tessuto economico e nel mercato del lavoro. "Il valore delle ricorrenze è proprio quello di fare memoria delle cose importanti, in particolare di quelle che ancora non siamo riusciti a realizzare, per le quali è necessario impegnarsi ancora di più", premette Zambianchi.

§"Nel caso specifico, siamo tutti consapevoli che solo la parità di genere - che va intesa nella sua più ampia eccezione - consentirà di sconfiggere i crimini perpetrati sulle donne - aggiunge -. In ambito camerale, l'attenzione è rivolta prioritariamente ai temi della partecipazione del mercato del lavoro e all'economia, e desidero confermare che uno degli elementi fondamentali per limitare e azzerare i fenomeni di abuso e violenza è una maggiore partecipazione - e una partecipazione qualificata - delle donne al mondo del lavoro. Infatti, nella misura in cui una persona è indipendente, minore è la sua esposizione a fenomeni di abuso, fra i quali, la violenza economica".

"Riflettendo, quindi, sui numeri relativi a occupazione e imprenditoria femminili, preoccupa la grande asimmetria creata da questa crisi, rispetto a quella del 2008. Gli effetti negativi della pandemia, infatti, hanno colpito in modo più pesante le donne e i giovani, che già avevano minori opportunità, più vulnerabilità e stipendi mediamente più bassi. In particolare, per le donne, il lockdown e la didattica a distanza, hanno caricato il loro ruolo di ulteriori difficoltà nell'inserire lo smart working all'interno degli ambiti familiari - conclude -. Chiudo, ricordando che, purtroppo, la situazione femminile nel mondo del lavoro nel 2020 non è migliore di quella del 2019, come invece avremmo voluto che fosse”.

Alcuni dati in ottica di genere nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini)

In base ai dati Istat, al 31 dicembre 2019 nel territorio Romagna sono presenti 378.027 residenti donne (il 51,5% del totale); le donne residenti non italiane sono 44.779, pari al 54,4% degli stranieri e all’11,8% della popolazione femminile totale. Il rapporto di mascolinità (numero dei maschi ogni 100 femmine) si attesta al 94,3%. L’età media delle donne residenti è superiore a quella degli uomini (47,1 anni contro 44,3), così come il loro indice di vecchiaia (il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni, per 100) pari a 213,0 (156,0 quello maschile).

Le statistiche sui livelli di istruzione da 15 anni in poi, aggiornate per il 2019, in Emilia-Romagna (dettaglio minimo regionale per genere), evidenziano una maggiore incidenza della popolazione femminile rispetto a quella maschile in possesso di laurea e titolo post laurea (19,0% le femmine e 15,5% i maschi), ma anche una superiore incidenza di donne non scolarizzate o con la sola licenza elementare (femmine 17,7%, maschi 11,7%).

Secondo i dati Istat Forze di lavoro 2019, nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) le donne tra i 15 e i 64 anni “inattive” (che non sono occupate e che non cercano lavoro) sono pari al 31,4% della relativa popolazione di riferimento (31,3% in regione e 45,5% in Italia), a fronte del 19,5% degli uomini.

Il tasso di occupazione femminile, pari a 62,7%, è inferiore al dato regionale (64,1%) ma ampiamente superiore rispetto a quello nazionale (50,1%). Sebbene sia apprezzabile un incremento dell’occupazione femminile nel territorio Romagna, i livelli occupazionali delle donne rimangono ancora nettamente inferiori a quelli maschili (76,3%), come accade negli altri territori di riferimento.

Il tasso di disoccupazione femminile del territorio Romagna, pari all’8,5%, risulta superiore al corrispondente dato regionale (6,6%) ma nettamente inferiore a quello nazionale (11,1%). Il livello della disoccupazione femminile è tuttavia maggiore, come accade negli altri territori di riferimento, rispetto a quello maschile (5,1%) e, in particolare, la disoccupazione delle giovani donne (da 15 a 24 anni) è più del doppio di quella degli uomini di pari età (25,9% contro 11,8%).

Indubbiamente, la situazione del lockdown della prima parte del 2020 e le conseguenze del Covid-19 hanno avuto e avranno riflessi non positivi sulla situazione occupazionale femminile e sul maggior carico familiare indotto; nel periodo giugno 2019 – maggio 2020, i dati SILER dell’agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna riportano un saldo negativo (differenza tra attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro dipendente) di 8.780 donne (su di un saldo totale negativo di 16.640 posizioni) che, considerando la minore partecipazione femminile al mercato del lavoro, assume una rilevanza maggiore.

La ridotta partecipazione al mercato del lavoro e, al tempo stesso, i maggiori carichi domestici e familiari, si riflettono sulle differenze delle retribuzioni tra uomo e donna. In base ai dati Inps (anno 2019) sulle retribuzioni nel settore privato, infatti, il differenziale di genere nel territorio Romagna per il totale delle qualifiche si attesta a circa -7.270 euro annui (pari a 25 euro per giornata lavorativa). Nel settore privato una donna percepisce mediamente una retribuzione lorda inferiore del 30% rispetto a quella di un uomo; le differenze maggiori di retribuzione (in termini relativi, vale a dire rapportate sulla retribuzione media giornaliera maschile) si ritrovano nelle qualifiche degli impiegati e degli operai.

Per quanto riguarda l’imprenditoria femminile, nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), in base ai dati Infocamere-StockView, al 31 dicembre 2019 si contano 15.057 imprese femminili attive, che costituiscono il 21,3% del totale delle imprese attive (21,2% in regione e 22,7% a livello nazionale); nel confronto con il 31 dicembre 2018, si riscontra una lieve diminuzione delle imprese femminili (-0,4%), come in Emilia-Romagna (-0,4%), mentre una sostanziale stabilità caratterizza l’Italia (-0,1%).

Circa la metà (il 48,0%) delle imprese femminili attualmente attive si è iscritta al Registro Imprese negli ultimi 10 anni. I principali settori economici dove operano le imprese femminili risultano, nell'ordine "commercio" (28,2% sul totale imprese femminili), "alloggio e ristorazione" (14,8%), "agricoltura" (12,5%), "altre attività di servizi" (servizi alla persona) (12,3%), "attività immobiliari" (7,2%) e "industria manifatturiera" (7,1%). La maggiore intensità di imprese femminili appartiene ai settori "altre attività di servizi" (dove una impresa su 2 è femminile), "alloggio e ristorazione" (una impresa su 3) e "commercio" (una su 4). Al 31 dicembre, le donne che detengono cariche sociali (titolari, soci o amministratori) nelle imprese del territorio Romagna sono 33.157, pari al 28,9% del totale, valore superiore alla media regionale (28,0%) e nazionale (27,9%).

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