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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Centro storico

Lucchi (Legacoop): "Dal centro alle frazioni, pronti a progetti e risorse per la tenuta della rete del commercio"

"Faccio il cooperatore da quando avevo 14 anni, quando fui assunto in una cooperativa come bracciante agricolo e da lì ho sempre continuato"

Da poco più di un mese Paolo Lucchi, ex sindaco di Cesena, è il nuovo presidente di Legacoop Romagna. Il colosso - che rappresenta un mondo che nel complesso dà lavoro a circa 24mila persone, con un fatturato che supera i 6 miliardi e oltre 300 mila posizioni associative (lavoratori, produttori e consumatori) - volta pagina con un vertice deciso non solo a guardare gli aspetti economici delle imprese associate, ma che interviene anche per dire la propria sulle grandi questioni che riguardano il tessuto sociale in cui queste operano.

“Stiamo sul pezzo della quotidianità”, spiega Lucchi, che ha sempre avuto un piede nella cooperazione e un altro nella politica. E per Forlì, nel dibattito sul futuro polo commerciale di Pieve Acquedotto (realizzato da una delle principali associate di Legacoop, vale a dire Cia-Conad), ha riconosciuto recentemente “la necessità di un progetto di rilancio condiviso per il centro storico, a cui siamo pronti a dare il nostro contributo”. 

Lucchi, può chiarire cosa intende Legacoop quando dice di essere pronta a dare una mano per il rilancio del centro storico di Forlì?
“Non ci tiriamo indietro, su progetti e su risorse, così come ha dimostrato Conad nel suo impegno per l’Auditorium e come ha fatto in molte altre realtà fuori Forlì. L’intervento a Pieve Acquedotto corrisponde ad una programmazione urbanistica di molti anni fa e permetterà di trattenere parte dei consumi su Forlì invece che farli transitare sul commercio elettronico.  Non a caso moltissime altre località si sono strutturate allo stesso modo dal punto di vista urbanistico. Sul centro storico, poi, abbiamo detto che siamo disponibili a fare la nostra parte intanto in termini di elaborazione progettuale, poi collaborando a progetti in cui il Comune vorrà coinvolgere le associazioni di impresa”.

Quali tipi di progetti?
“A Forlì e in ogni altra città della Romagna va data una grande attenzione non solo al centro storico, ma alla tenuta dell’intera rete dei servizi presenti, anche per esempio le frazioni che costellano le nostre città hanno una grande importanza, anche se ovviamente i centri storici restano i luoghi identitari. L’elaborazione che tutti dobbiamo mettere in campo è per una tenuta della rete dei servizi commerciali nel suo complesso”.

Con il suo arrivo, Legacoop inaugura un nuovo corso in cui è più presente sulle questioni del dibattito pubblico delle città romagnole?
“Da una parte stiamo incontrando i rappresentanti delle istituzioni del territorio, con un profilo di rispetto e dialogo costante con le istituzioni. Abbiamo poi bisogno di garantire alle nostre cooperative una visione sugli andamenti economici, lo facciamo con un centro studi per approfondire gli andamenti economici di specifici macrosettori. Dall’altro lato abbiamo bisogno di stare costantemente sul pezzo della quotidianità. Al congresso mi sono trovato a esemplificare che se le cooperative aderenti a Legacoop Romagna non avessero fatto i loro doveri, dagli asili nido all’alimentare ai tanti altri servizi, si perderebbe un pezzo fondamentale della qualità sociale di questo territorio”.

Ha questa duplice prospettiva perché ha vissuto il mondo della politica, come sindaco di Cesena per dieci anni, e poi recentemente ha svolto le funzioni di manager e amministratore in una cooperativa?
“In realtà faccio il cooperatore da quando avevo 14 anni, quando fui assunto in una cooperativa come bracciante agricolo e da lì ho sempre continuato. Più che esperienze che si sono sommate, conta la sensibilità personale che nasce nel mondo cooperativo. Certo, non ho fatto il cooperatore quando ero sindaco, ma prima e dopo lo sono stato sempre”.

Bracciante agricolo a 14 anni? Questa ce la deve spiegare bene.
“Sì, a 14 anni ho fatto il bracciante agricolo per tre stagioni all’Alac, cooperativa agricola di Cesena, poi durante gli ultimi anni di liceo e durante l’università ho lavorato all’Apofruit, un'altra cooperativa del territorio. Poi ho fatto un’esperienza da funzionario del Pci per tre anni, poi sono andato a lavorare alla Confesercenti, assunto nell’ambito dei servizi della cooperativa ‘Sviluppo commercio turismo’, tutte queste cooperative aderiscono a Legacoop Romagna. Sono rimasto dipendente in aspettativa mentre ero consigliere regionale e sindaco e dallo scorso anno sono dipendente di Federcoop, un’altra cooperativa. Quindi nella mia ormai lunga carriera lavorativa sono stato quasi sempre dipendente di una cooperativa. Qualcuno ha fatto qualche piccola e inutile polemica su questo, bastava che me l’avesse chiesto e avrebbe evitato di dire cose che non corrispondevano al vero”.

Le cooperative, Conad in particolare in questa fase, le vediamo coinvolte in importanti progetti che hanno risvolti sociali: dal mecenatismo culturale del sostegno al nuovo Auditorium di Forlì, all’impegno in prima persona per un progetto finora non riuscito come ci si aspettava come il mercato coperto di Cesena. Coop, poi, si è impegnata alcuni anni fa nel recupero del Mercato Coperto di Ravenna.
“E’ così, questi e altri progetti in corso mostrano che le nostre cooperative sono già abituate ad intervenire per cercare di valorizzare i luoghi importanti delle nostre città. La risposta della cooperazione romagnola è che è presente”.
 

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