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Economia

Lavoro, Legacoop Romagna: "Il sindacato ha più volte rifiutato il dialogo"

"Il fine che credo stia a cuore a tutti è come creare nuovi posti di lavoro, in particolare per i giovani", afferma il presidente di Legacoop Romagna Ciaroni

Il dibattito sulla riforma del Lavoro proposta dal governo Renzi sta prendendo toni ideologici che allontanano la discussione dall'obiettivo fondamentale". E' quanto afferma Giancarlo Ciaroni, presidente di Legacoop Romagna, commentando anche la manifestazione di protesta della Cgil e del Partito Comunista dei Lavoratori che si è svolta domenica scorsa davanti al teatro Diego Fabbri in occasione dell'intervento del ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

"Il fine che credo stia a cuore a tutti è come creare nuovi posti di lavoro, in particolare per i giovani", afferma Ciaroni, che aggiunge: "I giovani disoccupati in questo momento sono senza voce, perché nessuno li rappresenta. Il compito di farli parlare con un Ministro delle loro necessità, delle loro aspettative e del disagio un tempo non sarebbe toccato a un'associazione cooperativa. Nel vuoto di rappresentanza che si è creato rispetto al loro mondo, però, abbiamo deciso di assumerci questo rischio. Sappiamo bene che si tratta di un compito ingrato, perché il dibattito tra generazioni si sta trasformando in un solco sempre più profondo tra chi ha i diritti e chi non li ha".

"Alla Settimana del Buon Vivere - prosegue il Ciaroni -. abbiamo persino registrato la protesta di chi non voleva che dessimo la precedenza agli studenti. Legacoop Romagna invece ha scelto di interrogarsi pubblicamente su questi temi, chiedendo l'aiuto di grandi pensatori come Amartya Sen e Jeremy Rifkin. La risposta non è facile e non è univoca, in un momento in cui le imprese chiudono e le finanze pubbliche sono prosciugate. Ma di una cosa sono certo: le barricate, i picchetti e le occupazioni non serviranno per risolvere il problema della disoccupazione giovanile".

"Legacoop Romagna - chiosa - sta cercando di creare occasioni di dialogo con il Sindacato che sono state più volte rifiutate, nonostante i ripetuti inviti. Leggo sui giornali che il ministro Poletti domenica avrebbe evitato il confronto con chi manifestava davanti al Teatro Fabbri. Chi dichiara queste cose mente sapendo di mentire. Chi invade una manifestazione altrui (per acquisire una visibilità mediatica che viceversa non sarebbe in grado di ottenere) deve sapere che esistono regole di sicurezza imposte dalle Forze dell'Ordine e dalla Scorta".

"Regole che occorre rispettare, proprio per rispettare il lavoro di chi rischia la vita tutti i giorni - chiosa -. Domenica, al Teatro Fabbri, più volte e di persona abbiamo invitato chi protestava a entrare per incontrare il Ministro Poletti. Anche per contestarlo, liberamente. Lo stesso ha fatto Serena Dandini. Non abbiamo ottenuto risposta. Un gruppo di giovani, invece, ha deciso di entrare e parlare con lui. Nel paese del benaltrismo che è diventato l'Italia si sono presi una responsabilità. Credo abbiano fatto bene: noi siamo con loro".

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