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Madre di tre figli licenziata, Fiom impugna il provvedimento: il giudice la reintegra

Il sindacato si è rivolto al tribunale e dopo oltre un anno il giudice del lavoro ha dichiarato nullo il licenziamento

Era il febbraio del 2021 quando la Fiom Cgil segnalò il licenziamento di una madre di tre figli da un'azienda del territorio forlivese. Il sindacato si è rivolto al tribunale e dopo oltre un anno il giudice del lavoro ha dichiarato nullo il licenziamento, disponendo la reintegra sul posto di lavoro e nella mansione precedentemente occupata dalla donna, e condannato l’azienda al pagamento della indennità risarcitoria stabilita dalla legge nonché al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dalla data del licenziamento a quella di effettiva reintegrazione. 

"Come Fiom Cgil - esordiscono i sindacalisti Mirko Balestri e Moreno Cimatti - impugnammo immediatamente il licenziamento poiché lo ritenevamo del tutto ingiustificato e chiedemmo all’azienda un confronto per chiederle di rivedere la propria decisione in merito al licenziamento. All’epoca dei fatti denunciammo subito che si trattava di un licenziamento profondamente ingiusto e costruito artificiosamente, dato che l’azienda cominciò una battaglia a suon di contestazioni disciplinari a nostro avviso immotivate, che arrivarono a mettere in dubbio un infortunio occorso alla lavoratrice, nonostante la certificazione dell'Inail".

La sentenza del giudice del lavoro ha annullato il licenziamento. "Tutto questo è potuto accadere perché la lavoratrice ha ancora la tutela prevista dall’ art.18 dello Statuto dei lavoratori - continuano i sindacalisti -. Una sentenza che rende giustizia ad una lavoratrice che da un giorno all’altro si era ritrovata ingiustamente senza più i mezzi per sostenere economicamente se stessa e le sue figlie, ma che deve anche produrre una riflessione".

Per la Fiom "è indispensabile una riflessione sull’importanza della tutela dei lavoratori, da sempre parte debole nel rapporto di lavoro. In particolare in questo periodo storico è necessario riflettere su quanto siano importanti queste tutele ottenute negli anni con le lotte sindacali, e su quanto sia necessario continuare a lottare per recuperare i diritti conquistati con tanta fatica. Quanto successo infine dovrebbe far ragionare anche le aziende: licenziare una lavoratrice o un lavoratore ingiustamente è un azzardo che prima o poi si paga".

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