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Marcegaglia, la Cgil al sindaco: "Non riconosce il valore del lavoro"

Lunedì il sindaco, Roberto Balzani, ha spiegato le ragioni che lo hanno portato ad un'assunzione di posizione netta a favore del salario d'ingresso. Martedì arriva prontamente la risposta congiunta di Cgil e Fiom

Pare ricominci il botta e risposta sulla questione Marcegaglia. Lunedì il sindaco, Roberto Balzani, ha spiegato le ragioni che lo hanno portato ad un'assunzione di posizione netta a favore del salario d'ingresso. Martedì arriva prontamente la risposta congiunta di Cgil e Fiom, che sottolineano come il primo cittadino “in riferimento alla vertenza Marcegaglia, ribadisce la sua idea di sviluppo, dove al lavoro non è riconosciuto il giusto valore”. Prima frecciata.

La Cgil ha come riferimento i contenuti del Patto regionale per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva (firmato dal presidente della Regione a novembre 2011 con tutte le associazioni di impresa e organizzazioni sindacali) – continua la nota- per questo dissente profondamente dall’idea contenuta nella lettera di Balzani. Ricordiamo al sindaco che lo stabilimento di Forlì per le lavorazioni svolte (acciaio inox) non è in competizione con il sito di Ravenna, le cui produzioni (carbonio, ferro e zincatura) sono simili a quelle della fabbrica di Gazoldo degli Ippoliti (MN). Quindi non capiamo dove sia la “concorrenza infra‐territoriale” di cui parla”.

Ecco la posizione netta del sindacato: “Il sindaco, sposando il progetto dell’impresa, non ha agito come soggetto mediatore di interessi diversi e contrapposti, ma ha sostenuto il salario di ingresso dando riconoscimento ad un accordo separato fotocopia dello schema di riduzione salariale di Ravenna (con 27.000 euro di penalizzazione per ogni nuovo assunto), che azzera l’autonomia negoziale del territorio e che sancisce quale unica forma di competitività per l’impresa la riduzione dello stipendio delle persone. Si legittima in questo modo un accordo separato che è anche al di fuori delle regole contrattuali vigenti (accordo del 28 giugno 2011 firmato da CGIL CISL UIL e Confindustria)”.

La CGIL e la FIOM di Forlì riconfermano la richiesta di riaprire un tavolo con tutte le Istituzioni al fine di discutere, anche in attuazione del patto regionale sopra richiamato, della situazione e delle prospettive dell’azienda Marcegaglia a Forlì, di eventuali interventi su quell’impresa in materia di consumi energetici e di trasporto merci sostenibile (utilizzo dello scalo merci ferroviario al posto del trasporto su gomma) e della compatibilità, tanto ai sensi del patto regionale quanto di un’idea di sviluppo fondata sulla qualità dei prodotto e sulla buona occupazione – l’apprendistato e l’investimento sulla formazione e l’apprendimento professionale, non il salario di ingresso ‐, di una scelta basata sulla penalizzazione economica dei giovani e di tutti i futuri assunti. Un territorio è attrattivo per investimenti ed imprese grazie alla professionalità dei lavoratori, all’efficienza dei servizi e delle infrastrutture e grazie alla qualità delle relazioni sociali (che vuol dire coniugare diritti, occupazione ed investimenti). Alla CGIL e alla FIOM non interessano le polemiche, ma le  trattative, e noi siamo pronti, come lo siamo sempre stati, ad un confronto vero su questi punti”.

IDV: "INTERVENGA LA REGIONE" - Per l'Italia dei Valori la questione Marcegaglia "deve essere portata a livello regionale dove le parti e le istituzioni possono confrontarsi con maggiore serenità - ha spiegato il segretario del partito, Tommaso Montebello -. Se sarà necessario lo chiederemo con una mozione che nei prossimi giorni presenteremo in consiglio comunale. La discussione deve ripartire basandosi sul patto per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, patto sottoscritto da tutti i sindacati e le associazioni di categoria. Tutte le parti in causa devono rimuovere ogni posizione ideologica e riportare la situazione all'interno della normale dinamica di relazioni e di trattative tra le parti".

IL PLC - Sul caso Marcegaglia è intervenuto Partito Comunista dei Lavoratori (PCL), sezione "D. Maltoni" Forlì-Cesena con una nota: "Nicola Candido (segretario FdS Forlì) sulla vicenda Marcegaglia giustamente denuncia 'atteggiamento filo-padronale del Pd e dei suoi principali esponenti sul territorio (sindaco di Forlì e presidente di provincia) schierati unilateralmente con l'azienda ed i suoi diktat, rappresentazione in piccolo di ciò che sta avvenendo a livello nazionale, dove il Pd si mostra come la fondamentale stampella del governo Monti, avallando tutte le sue politiche reazionarie (dalla contro-riforma delle pensioni alla cancellazione od indebolimento dell'articolo 18). Candido, a parole grande accusatore, dimentica però di ricordare che è il suo stesso partito a sostenere, in cambio di qualche poltrona dorata, il Pd all'interno di solide e ben oliate alleanze di centro-sinistra...e nonostante tutto all'orizzonte non si profila certo una rottura di questa fallimentare ed opportunista linea politica, riconfermata per le elezioni amministrative di maggio, nei comuni dove si voterà. Vano e ridicolo appare quindi il tentativo di smarcarsi e di pulirsi la coscienza con qualche scandalizzato comunicato ai giornali o qualche appello alla sensibilità "democratica" di Balzani e Bulbi (perchè esiste?). La Federazione della Sinistra deve scegliere: o coi padroni (e i loro partiti) o con gli operai, in mezzo al guado non si può stare".

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