Metalmeccanici, tre bus da Forlì per lo sciopero a Bologna
Spiega una nota dei sindacati: “Il nostro obiettivo è riaffermare un contratto nazionale che garantisca il potere d’acquisto del salario per tutti i metalmeccanici, che qualifichi le relazioni industriali"
I metalmeccanici tornano in piazza per lo sciopero di 8 ore proclamato per il 10 giugno da FIM-FIOM-UILM nazionali per sbloccare la trattativa, ad oggi ferma, per il rinnovo del contratto nazionale. Dopo sei mesi di trattativa, Federmeccanica è infatti ferma sullo schema secondo cui il contratto nazionale non riconosce più alcun aumento salariale alla stragrande maggioranza dei metalmeccanici, e addirittura penalizza chi in questi anni ha svolto la contrattazione nei luoghi di lavoro.
Di fronte a questa situazione è stato proclamato lo scorso 24 maggio un pacchetto di 12 ore di sciopero, di cui 4 articolate in iniziative territoriali e 8 previste appunto per venerdì con manifestazione a Bologna. Anche i metalmeccanici forlivesi parteciperanno alla manifestazione con 3 autobus che raggiungeranno Bologna per unirsi ai lavoratori di tutta la regione.
Spiega una nota dei sindacati: “Il nostro obiettivo è riaffermare un contratto nazionale che garantisca il potere d’acquisto del salario per tutti i metalmeccanici, che qualifichi le relazioni industriali, estenda la contrattazione di 2° livello su tutti gli aspetti che compongono la prestazione lavorativa, migliori l'organizzazione del lavoro e le condizioni di lavoro e introduca nuovi diritti di formazione, welfare, partecipazione e valorizzazione delle professionalità per tutti, tuteli tutte le forme di lavoro e l’occupazione, faccia ripartire gli investimenti e rilanci una vera politica industriale: questo è il rinnovamento che vogliamo e di cui c’è bisogno”.
Nella giornata di giovedì le RSU della Trasmital Bonfiglioli, nell’ambito delle iniziative territoriali, hanno proclamato due ore di sciopero, sempre a difesa del contratto nazionale, per ribadire che non è accettabile una condizione, come quella che le aziende vorrebbero imporre, dove i lavoratori progressivamente si impoveriscono vedendo le loro retribuzioni restare al palo mentre il costo della vita aumenta.