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“Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”, gli agricoltori alzano la voce davanti alla sede della Regione

Per esprimere tutta l’amarezza di aver visto distruggere in pochi minuti il lavoro di un anno, i giovani agricoltori hanno mostrato cartelli con i danni provocati ai raccolti

Sono migliaia gli agricoltori scesi in piazza giovedì mattina contro l’invasione dei cinghiali in tutti i capoluoghi di Regione a partire dalla Capitale in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento per chiedere di fermare una calamità che distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali nelle campagne, ma anche all’interno dei centri urbani con pericoli concreti per gli agricoltori ed i cittadini. Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano infatti, con un aumento del 15%, i cinghiali che invadono città e campagne. 

Dal territorio di Forlì-Cesena una numerosa di delegazione di agricoltori, guidati dal presidente provinciale Coldiretti Massimiliano Bernabini e dal direttore Giulio Federici e affiancati da sindaci ed esponenti delle istituzioni locali, si è unita al presidio-flash mob battezzato “Città e campagna unite contro i cinghiali” e che in Emilia-Romagna si è svolto sotto la Terza Torre della Regione, sede dell'assessorato all'Agricoltura alla presenza del presidente regionale di Coldiretti Nicola Bertinelli. 

Qui oltre 300 agricoltori, molti dei quali imprenditori under 30 giunti dalle colline di Forlì-Cesena che vedono i loro raccolti compromessi dal passaggio dei selvatici, hanno esposto le sagome di un branco di cinghiali a grandezza naturale per dimostrare concretamente cosa significa trovarseli di fronte in strada, nei campi o davanti alla propria abitazione.  Per esprimere tutta l’amarezza di aver visto distruggere in pochi minuti il lavoro di un anno, i giovani agricoltori hanno mostrato cartelli con i danni provocati ai raccolti, ma anche striscioni che recitavano questi slogan: “Dopo il Covid la peste dei cinghiali”, “Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”, “Difendiamo il nostro territorio”, “Diventeremo noi una specie protetta”. 

Secondo l’indagine realizzata da Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%). Nel mirino finisce soprattutto la presenza eccessiva di cinghiali, che il 69% degli italiani ritiene essere troppo numerosi mentre c’è addirittura un 75% che li considera un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale. “La maggioranza dei cittadini considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone di collina - dice Bernabini - sono dunque necessari interventi mirati per ridurre la minaccia degli animali selvatici che oltre a distruggere i raccolti sono anche causa di incidenti stradali gravi, in crescita anche sul nostro territorio”.

"La Coldiretti - conclude - chiede che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinché: gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza; l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale; gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; le carni degli animali vengano destinate alla beneficienza nel rispetto di standard di sicurezza o vengano valorizzati a sostegno dell’economia locale; che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”.

“Il problema cinghiali esiste e non è possibile fare finta di nulla - afferma il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, presente ieri mattina insieme al senatore Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, alla manifestazione di Coldiretti in piazza Montecitorio a Roma -. Contrastare i danni causati dalla fauna selvatica è un obbligo che dobbiamo soprattutto a chi opera nel mondo agricolo tra mille difficoltà. E’ necessario ascoltare le proposte di chi, come gli agricoltori, sopporta gli ingenti danni che sta causando non solo il fenomeno ma la sua mancata risoluzione che deve comunque rispettare le diverse esigenze. Consideriamo quindi indispensabile prevedere risarcimenti per la categoria oltre che un piano condiviso per affrontare l’emergenza”.

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