Pagamenti tramite Pos, Confesercenti contro le commissioni: "Transazioni gratis sotto i 30 euro per le piccole imprese"
"Venerdì 17 al tavolo tecnico convocato dal Mef porteremo proposte per alleggerire il costo della moneta per 2,5 milioni di imprese sotto i 400mila euro di fatturato. Ma servono risorse"
L’uso di carte e bancomat è costato alle imprese nel 2022 - tra commissioni e costi accessori - almeno 5 miliardi di euro. Un onere proporzionalmente più gravoso soprattutto per le attività di minori dimensioni - in particolare del commercio - che vedono restringersi i margini a causa dei costi delle commissioni. A stimarlo è Confesercenti, in vista del Tavolo tecnico per il taglio delle commissioni sui pagamenti tramite Pos, convocato dal Ministero dell’Economia per venerdì 17 marzo.
Il tavolo è l’occasione per mettere finalmente il punto a una questione aperta da oltre dieci anni - l’obbligo è stato previsto per la prima volta dal Decreto Crescita 2.0 nel 2012 - caratterizzati da rinvii, polemiche, provvedimenti contraddittori e promesse mai mantenute.
Afferma la Confesercenti Forlivese: "Dieci anni in cui la moneta elettronica si è comunque diffusa enormemente: l’Italia è diventato in questi dieci anni il Paese europeo con il più alto numero di Pos - 3,9 milioni - anche se il numero di operazioni rimane ancora sotto la media. Più alto invece, è l’importo medio delle transazioni - circa 50 euro - un dato che sottolinea come il problema sia soprattutto relativo alle micro-transazioni. Nel 2022 le transazioni con pagamenti digitali hanno raggiunto i 400 miliardi di euro, quasi il 40% del totale speso degli italiani. Nel 2023 sarà il 50%. Un risultato ottenuto con grandi costi a carico degli esercenti: indagini Confesercenti, infatti, ci restituiscono un peso delle commissioni fino e oltre l’1,4% del transato per le attività minori. Dove l’incidenza dei pagamenti in moneta elettronica sul totale è in rapida crescita: in alcuni casi - come nell’abbigliamento – raggiunge anche l’80% delle vendite. I costi delle commissioni sono un problema soprattutto per tabaccherie, gestori carburanti, edicole e tutte le altre attività caratterizzate da piccoli margini sul venduto".
"Ora, dopo tutto questo tempo, gli esercenti si attendono finalmente una soluzione al problema. L’obiettivo dichiarato del tavolo, infatti, è la riduzione dei costi della moneta di plastica per i circa 2,5 milioni di piccole attività con meno di 400mila euro di fatturato annuo. La speranza è che non si proceda a un semplice restyling dei provvedimenti attuali – il credito di imposta previsto ora è insufficiente - ma che si arrivi ad una vera riforma che favorisca la diffusione delle transazioni elettroniche attraverso una distribuzione più equa dei costi. Per raggiungere questo risultato, però, è necessario che il governo svolga un ruolo attivo, non di semplice garante".
Dettaglia ancora la Confesercenti: "Una maggiore diffusione della moneta elettronica favorirebbe la modernizzazione del sistema economico del paese, un obiettivo che Confesercenti condivide. Ottenerlo con un obbligo calato dall’alto crea però una distorsione a sfavore degli esercenti: per questo i provvedimenti di questo tipo sono solitamente accompagnati da agevolazioni, non solo da sanzioni. Al tavolo proporremo di costituire un osservatorio per rendere finalmente chiari i costi attuali della moneta elettronica. Ma anche di rendere gratuite le transazioni sotto i 30 euro per le attività sotto i 400mila euro di fatturato annuo, aiutarle a dotarsi di dispositivi contactless e di predisporre un nuovo più ampio credito di imposta, della durata di tre anni, su tutte le transazioni".