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Parte il nuovo corso di Confindustria. La fronda: "Scarsa partecipazione"

L’assemblea è stata anche l’occasione per adeguare lo statuto associativo ai principi della riforma nazionale di Confindustria così come la stragrande maggioranza delle associazioni locali ha già fatto negli anni scorsi.

Parte con un’assemblea straordinaria, che si è svolta lunedì pomeriggio all’hotel Globus di Forlì, il nuovo corso di Confindustria Forlì Cesena caratterizzato da di obiettivi condivisi e stretta relazione con l’associazione regionale e nazionale. “Il percorso che si è avviato – ha spiegato Floriano Botta, commissario e presidente pro-tempore di Confindustria Forlì Cesena – ha l’obiettivo di rispondere alle istanze degli associati che sono emerse nelle ultime settimane e vuole individuare collegialmente i nuovi obiettivi dell’associazione”. Nuove strategie e nuove modalità anche nell’operatività: partiranno dei tavoli tematici che produrranno un dossier con strategie e azioni segnalate dagli stessi imprenditori. Dossier che verrà consegnato alla nuova governance quando, a inizio autunno, verrà eletta grazie al nuovo statuto.  

Il presidente Botta ha sottolineato durante il suo intervento le numerose e innovative iniziative messe in campo a favore delle imprese nelle ultime settimane, prova delle potenzialità inespresse del sistema produttivo e associativo che possono essere valorizzate grazie alla volontà e al lavoro comune. Sulle note vicende dei dissidi all’interno dell’associazione, Botta ha dichiarato: “la nostra posizione è semplice e lineare, basata sul rispetto e accettazione delle regole della casa Confindustria, cui si aderisce accettandole volontariamente; dei suoi istituti di garanzia interna e delle sue decisioni. Questa è l’essenza della libertà e democrazia associativa. Su queste basi voglio ribadire che ogni dialogo è possibile e ogni composizione praticabile. Spero davvero che agli egoismi personali e prevaricazioni di pochi, si sostituisca un dibattito aperto e leale e una sintesi positiva e condivisa da tutti gli associati”. 
L’assemblea è stata anche l’occasione per adeguare lo statuto associativo ai principi della riforma nazionale di Confindustria così come la stragrande maggioranza delle associazioni locali ha già fatto negli anni scorsi. In chiusura è intervenuto il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che, in dialogo con Alessandro Fontana del Centro Studi di Confindustria, ha esposto i dati dell’impresa nella regione e ha delineato le politiche e gli scenari futuri.

“Negli ultimi 3 anni – ha affermato Bonaccini – la nostra regione è stata prima per crescita nel Paese, davanti anche alla lombardia e prima anche per quota procapite per export e siamo passati da un contributo di 11,5% al 13,5% del Pil nazionale. La novità per la nostra regione è l’attrattività, siamo diventati una delle prime regioni europee per capacità di attrarre gli investimenti prevalentemente per tre motivi: istituzioni che lavorano, propensione agli investimenti della nostra regione e un capitale umano che sa fare la differenza”.

Commenta Stefano Minghetti, presidente non riconosciuto dal commissariamento: "Ben oltre il 70% degli associati ha seguito l'indicazione ed è rimasto a casa. Un'assemblea per pochi intimi, solo il 27% di aziende, di cui gran parte per delega e con titolari fuori dal territorio. I legittimi rappresentanti degli industriali contano di tornare presto alla guida dell'associazione territoriale e oggi gli "invasori" hanno confermato che a settembre contano di andarsene".

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