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Economia

Pesche, allarme per l'ortofrutta locale: "Valori di mercato dimezzati in 10 giorni"

"Negli ultimi dieci giorni i valori di mercato delle pesche e nettarine hanno subito cali di circa il 50% sul prezzo, rispetto all'annata 2013. Lo stesso è successo per altri prodotti (albicocche, ciliegie, fragole, cereali)"

“L’agricoltura costituisce ancora oggi, per il territorio forlivese, uno dei settori trainanti dell’economia e si inserisce in differenti attività nella catena del valore agroalimentare. Al suo interno sono presenti comparti di eccellenza come l’ortofrutta, ma l’attuale momento di crisi che sta interessando il nostro Paese, non dà scampo neanche ai produttori agricoli: nonostante il valore percentuale delle esportazioni sia in costante aumento per il prodotto italiano, le cifre in valore assoluto della PLV(produzione lorda vendibile) dei nostri prodotti è in calo”. Lo afferma Sergio Ceccarelli, responsabile Forum Politiche agricole Pd forlivese.

“Negli ultimi dieci giorni i valori di mercato delle pesche e nettarine hanno subito cali di circa il 50% sul prezzo, rispetto all’annata 2013. Lo stesso è successo per altri prodotti (albicocche, ciliegie, fragole, cereali), effetto in parte legato ad una anticipazione del periodo di maturazione, che si scontra con l’arrivo da altri Paesi europei dello stesso prodotto, in parte ad una lieve diminuzione dei consumi. Questa realtà purtroppo non ha però inciso e non incide ad oggi sul prezzo che il consumatore si trova a dover spendere per acquistare il prodotto sugli scaffali. L’agroalimentare cresce, ma il produttore agricolo rischia il fallimento”, continua.

“Crediamo che sia pertanto necessario realizzare a breve una più efficace regolamentazione di tutta la filiera. – annuncia Ceccarelli - In tal senso intendiamo convocare a breve un gruppo di lavoro e confronto, dove i soggetti del mondo agricolo, industriale, commerciale, istituzionale e sindacale possano costruire nuove strategie mirate, per far fronte nel breve periodo alle problematiche dei prezzi e del ritiro di prodotti, anche al fine di dare un valore aggiunto al territorio. Per il lungo periodo serve un riassetto generale di una filiera che deve incentivare il modello qualitativo, creando una nuova aggregazione fra i soggetti per puntare alla stabilizzazione dei redditi”.

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