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Peste suina, l'allarme a Draghi: "Allevamenti in pericolo, servono nuove misure di contrasto al proliferare dei cinghiali"

E’ quanto scrivono il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Consigliere Delegato Filiera Italia Luigi Pio Scordamaglia al presidente del Consiglio Mario Draghi

"Serve un cambio di passo nella gestione dell’emergenza e nuovi rapidi interventi per l’abbattimento ed il contrasto al proliferare dei cinghiali in tutto il Paese, per fermare la diffusione della peste suina sfricana che mette a rischio la sopravvivenza di 29 mila allevamenti italiani". E’ quanto scrivono il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Consigliere Delegato Filiera Italia Luigi Pio Scordamaglia al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai Ministri competenti delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della Salute e della Transizione ecologica, in occasione dell’avvio della macellazione dei suini presenti dopo la definizione della zona rossa a Roma.

“La Peste Suina Africana che – precisa Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – può colpire cinghiali e maiali, è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Servono ora interventi immeditati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti ma occorre anche monitorare attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno del settore. Oltre alle misure di protezione, di progettazione di idonee recinzioni e all’adozione di tutte le indispensabili misure di biosicurezza, come Coldiretti e Filiera Italia riteniamo necessaria una radicale azione di depopolamento dei cinghiali, la cui proliferazione è diventata, ormai, numericamente ingestibile, attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.

“Il provvedimento con il quale la Regione Emilia Romagna a Gennaio 2022 ha sospeso alcune forme di caccia al cinghiale nelle due province più a rischio (Piacenza e Parma) e intensificato la sorveglianza anche attraverso l’esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse è un passo nella direzione giusta per arginare il propagarsi dell’epidemia, inoltre Il nuovo piano di controllo della specie cinghiale approvato per il quinquennio 2021-2026 ha introdotto importanti novità che rappresentano un risultato di gran rilievo per il bene degli imprenditori agricoli e per tutta la cittadinanza”. Aggiunge il Direttore di Coldiretti Forlì-Cesena Alessandro Corsini.

“Il fatto che la regione Emilia Romagna riconosca il diritto degli agricoltori di provvedere direttamente all’autodifesa dai cinghiali, nella loro proprietà è un significativo passo avanti nella protezione del danno da animali selvatici e per la tutela del cittadino stesso” conclude Corsini. "Stiamo già oggi vedendo calare le nostre esportazioni, dando un vantaggio competitivo per le imprese del settore dei Paesi terzi e riteniamo inevitabile – chiedono Prandini e Scordamaglia - lo stanziamento di nuove forme di sostegno al fine di garantire un’efficace strategia di contenimento ed evitare la catastrofe che porterà a costi superiori ad 1,4 miliardi di euro solo per l’indennità di abbattimento dei suini, secondo le stime del Ministero della Salute e Ismea. E’ auspicabile infine – concludono i presidenti di Coldiretti e Filiera Italia - che al Commissario per l’emergenza vengano assegnati strumenti utili a raggiungere l’obiettivo di salvaguardare con efficacia la filiera, provvedendo al contenimento del virus di peste suina africana poiché gli interventi preventivi e rapidi a livello regionale e nazionale non sono più rinviabili".

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