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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Piccole imprese, Confartigianato: "Infrastrutture efficienti prioritarie per la nostra economia"

Marco Valenti, vicesegretario di Confartigianato Forlì sostiene che ''la politica economica deve orientarsi al sostegno degli investimenti privati e pubblici"

L’Italia è la seconda economia manifatturiera dell’Unione europea, superata solo dalla Germania, si conferma, invece, leader europeo per occupati nelle piccole imprese manifatturiere: 2 milioni di addetti, il 25,7% in più dell’occupazione delle piccole imprese tedesche (1,6 milioni). Ma, a differenza di quella degli altri paesi, l’economia italiana presenta una elevata dipendenza energetica e deve mantenere un alto livello delle esportazioni per poter finanziare la bolletta, che vale circa 2 punti di Pil. In questa prospettiva sono vitali gli investimenti in infrastrutture che garantiscono la competitività della movimentazione delle merci delle oltre 378mila piccole imprese della manifattura e di altre 121mila del trasporto: complessivamente sono 499 mila le realtà interessate dalla domanda di infrastrutture e che danno lavoro a 2,4 milioni di addetti.

Marco Valenti, vicesegretario di Confartigianato Forlì sostiene che ''la politica economica deve orientarsi al sostegno degli investimenti privati e pubblici. L’ufficio studi confederale ha rilevato, al contrario, un calo percentuale dell’importo degli investimenti pubblici tra 2009 e 2017, passati da 54 a 34 miliardi di euro. La competitività delle nostre aziende è penalizzata dalla scarsa presenza di fonti energetiche, per questo devono essere garantite almeno le migliori condizioni delle infrastrutture di trasporto''. Confartigianato ha effettuato un confronto capillare tra le 37 regioni dei maggiori Paesi europei che presentano una quota di occupazione nel comparto superiore al 20%, evidenziando che, in media, le otto regioni italiane a maggiore vocazione manifatturiera presentano un gap infrastrutturale del 20,6% rispetto ai ventitré territori della Germania.

Nella classifica per l’indicatore di accesso alle infrastrutture la prima regione italiana, la Lombardia, si colloca al 18esimo posto; seguono al 19esimo l’Emilia Romagna, al 23esimo il Piemonte, al 24esimo il Veneto e al 27esimo posto la Toscana; in maggiore ritardo, posizionandosi a fondo classifica, troviamo Friuli Venezia Giulia, Marche e Abruzzo. Conclude Valenti: "La nostra regione, pur registrando un buon posizionamento, ha un ampio margine di miglioramento. Basti pensare solo ad alcuni collegamenti viari locali, come la statale 67 o la via Emilia, oggi non più in grado di supportare il traffico delle merci su gomma. Le infrastrutture devono rappresentare una priorità per gli amministratori, a partire dal Governo nazionale, sino all’ambito territoriale".

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