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Economia

I nuovi volti della povertà secondo la Caritas: disoccupati, precari, genitori soli

Venerdì è la Giornata mondiale della Lotta contro la Povertà. Caritas diocesana è impegnata quotidianamente a "lottare" contro di essa, aiutando coloro che rimangono al margine

Venerdì è la Giornata mondiale della Lotta contro la Povertà. Caritas diocesana è impegnata quotidianamente a “lottare” contro di essa, aiutando coloro che rimangono al margine, coloro che non riescono a vivere degnamente la propria esistenza. Secondo la Cartitas ggi ci sono nuovi volti della povertà che necessitano di un accompagnamento. Quali sono? Chi soffre maggiormente la grave crisi che stiamo vivendo? Fra le prime vittime di questa delicata situazione ci sono i disoccupati e i lavoratori fragili,  che spesso sono disoccupati oltre i 40 anni; e i lavoratori non specializzati.

Alcune delle cause che creano queste condizioni sono il lavoro saltuario, la sottoccupazione, la fragilità dei contratti, e infine la caduta nel lavoro nero. “Poi ci sono le famiglie (italiane e straniere), nucleo vivo e fondante della società, ora sempre più fragili: nuclei monoreddito (mancata presa in carico dei servizi sociali di utenti “solo” con problemi economici), nuclei monogenitoriali (separati o spezzati) e spesso tutto ciò è aggravato dalla fragilità delle reti (parentali e amicali) e da una accesa conflittualità famigliare. Ancora, i migranti di lunga data: coloro che hanno vissuto il fallimento del proprio progetto migratorio, che vivono l’assenza di reti di sostegno, l’alto costo del rinnovo del permesso di soggiorno e dei passaporti. Ultima, ma non ultima, la fragilita’ emotiva, allo stesso tempo, causa e conseguenza delle altre condizioni di difficoltà, che spesso porta al disorientamento e alla disperazione, che possono sfociare in nuove dipendenze (gioco, consumo, indebitamento) o in una delle malattie più diffuse nel nostro secolo, la depressione. E lo scenario che si delinea è quello di un lento ritiro sociale, caratterizzato da isolamento e solitudine, paura e rabbia”, si legge nella nota.

I consueti servizi che Caritas e il Centro di Ascolto Buon Pastore offrono, come l’ascolto, i contributi economici , l’erogazione beni di prima necessità, le accoglienze e l’animazione, sono stati in questi anni ripensati perché possano, non solo sanare un’urgenza, ma diventino percorsi strutturati di accompagnamento nel tempo. Segni di un aiuto vero, che coinvolga i soggetti profondamente, che li aiuti consapevolmente a ritrovare la propria strada, la propria dignità. Il primo passo di questo accompagnamento riguarda l’investimento relazionale, ovvero attivare i legami dentro le comunità per attivarne le risorse: associazioni, famiglie, enti locali, imprese. Sono poi studiati, anche in collaborazione con alcune realtà del territorio, percorsi personalizzati di tutoraggio e tutto questo nell’ottica di una capacitazione dei beneficiari, attraverso la ri-attivazione delle loro risorse per arrivare, insieme, a un concreto progetto di re-inserimento sociale . Per questo risulta fondamentale sostenere i progetti di rete, le alleanze e aiutare chi aiuta, sostenendo operatori, volontari, care givers. “Solo in questo modo è possibile “lottare” pacificamente contro la povertà estrema, e lavorare con le famiglie fragili, con i disoccupati e con i giovani per un cambiamento che va dall’interno all’esterno, che accompagna, modifica le prospettive, dà speranza”. Questo l'appello di Caritas.

Per quanto riguarda la povertà estrema si confermano gli interventi e i servizi tradizionali: mensa, dormitorio, accoglienze di II livello, ambulatorio medico, centro diurno, sportello carcere, accoglienza persone in misure alternative alla pena e si sottolinea l’attivazione (2014) delle accoglienze per le persone agli arresti domiciliari. Per le famiglie, si confermano gli interventi a sostegno del reddito: contributi economici, fondo di solidarietà, microcredito, potenziamento del sistema di accoglienze residenziali diffuse e l’ estensione del sistema degli accompagnamenti individualizzati.Sono attivati, da quest’anno il potenziamento e miglioramento sistema di raccolta e distribuzione beni di prima necessità (attraverso il neonato Emporio della Solidarietà), l’integrazione delle misure di accompagnamento alle situazioni di sovraindebitamento (rinegoziazione prestiti, gruppo di auto-mutuo aiuto), la necessita’ di integrare il sistema di microprestiti famigliari.

Per i disoccupati, gli inoccupati e i lavoratori precari continuano le erogazioni di microprestiti per l’avvio di attivita’ autonome o di riqualificazione professionale, l’erogazione di vouchers e di tirocini formativi (con tutor). In attivazione un laboratorio teatrale sulla disoccupazione e la cittadinanza attiva e un gruppo di auto-mutuo aiuto per disoccupati. Per i giovani infine, coloro dai quali ripartire per il futuro di tutti, viene confermata l’adesione ai progetti di servizio civile (nazionale, regionale, garanzia giovani); l’accoglienza di ragazzi in formazione al servizio e di studenti in sospensione scolastica; si provvederà al potenziamento accoglienze dei giovani detenuti agli arresti domiciliari o in misure alternative alla pena, al potenziamento dei campi estivi di formazione e servizio (in diocesi e all’estero), alla prosecuzione della ricerca sulle II generazioni.

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