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Benzina, impennata senza fine e il portafoglio piange: il prezzo del self supera i 2 euro al litro

Secondo le stime dell’Unione Nazionale Consumatori, rispetto all’inizio dell’anno, la benzina è salita del 12,8%, pari a 11,5 euro per un pieno di 50 litri

Senza considerare il taglio dell'accisa, saremmo a 2,31 euro al litro. Il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self service torna a sfondare quota 2 euro/litro. Un livello che si era raggiunto all'inizio di marzo, quando tuttavia non era ancora in vigore il taglio dell'accisa di 30,5 centesimi al litro deciso dal governo a partire dal 22 marzo. A cosa è dovuta questa ennesima impennata? Presto spiegato: il Brent ha superato quota 123 dollari. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Stessa mossa per Tamoil, mentre per Q8 si registra un rialzo di un centesimo al litro su entrambi i prodotti.

Anche a Forlì ci sono stazioni di servizio dove occorre la moneta grande per un litro di verde. In quelle marchiate Eni, in modalità "fai da te", occorre tra i 2,044 ed i 2,049 euro al litro per la verde, mentre per il gasolio tra 1,964 e 1,969 per il gasolio; se il carburante viene servito dall'addetto per un litro di verde si spende tra i 2,264 e 2,259 euro al litro, mentre per il gasolio tra 2,179 e 2,184. Anche il "fai da te" alla Esso ha varcato la soglia dei 2 euro, tra 2,024 e 2,049 per un litro di benzina. La verde comunque non si trova più sotto il prezzo di 1,9 euro in tutto il territorio Forlivese, anche alla "Conad" di Meldola: 1,928 il prezzo aggiornato a giovedì mattina. 

Secondo le stime dell’Unione Nazionale Consumatori, rispetto all’inizio dell’anno, la benzina è salita del 12,8%, pari a 11,5 euro per un pieno di 50 litri, 265 euro su base annua, il gasolio è aumentato del 16,8%, 13,31 euro a rifornimento, equivalenti a 319 euro annui. Per il presidente Massimiliano Dona, l’incremento una tantum della produzione di petrolio dei Paesi Opec+ non è sufficiente a contrastare quelle che lo stesso Dona definisce "speculazioni belle e buone". Per Dona il governo non può limitarsi a prolungare il taglio delle accise oltre l’8 luglio, ma "deve alzare la riduzione di almeno altri 10 centesimi e ridurre l’Iva dal 22 al 10%, altrimenti non si esce da questa spirale inflazionistica che sta dissanguando il potere d’acquisto delle famiglie". 

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