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Economia

Metano, prezzo record anche nei distributori di Forlì: sfiorati i 2 euro al chilo. "Automobilisti arrabbiati, ecco cosa ci attende"

In pochi giorni il prezzo è schiazzato a quasi 2 euro al chilo, contro i 0,99 delle settimane precedenti

Un aumento mostruoso. Mani tra i capelli per i possessori delle auto a metano. In pochi giorni il prezzo è infatti schiazzato a quasi 2 euro al chilo, contro i 0,99 delle settimane precedenti. Facendo un monitoraggio dei prezzi attraverso l'Osservatorio prezzi dei carburanti del Ministero dell'Economia, a Forlì il costo oscilla tra 1,780 e 1,999 euro al chilo. Per fare un esempio, un possessore di un'utilitaria, come una "Fiat Panda", prima della stangata spendeva per un pieno circa 12 euro, mentre ora tra i 22 ed i 23 euro. A fronte di questi aumenti così bruschi, mentre benzina e gasolio crescono in maniera più costante, ma meno violenta, è comprensibile quindi la propensione al risparmio dei consumatori.

Incredulità, rabbia e frustazione sono le sensazioni di tutti quei consumatori che, pensando di fare una scelta sostenibile, ora si ritrovano a subìre una sorta di ingiustizia. "Gli automobilisti sono parecchio arrabbiati - ammette Cristian Carini, titolare insieme al fratello Marco dell'area di servizio di via Padulli -. E' comprensibile la delusione e c'è chi dice che preferisce andare solo a benzina". Una conseguenza dell'aumento del caro metano è anche una riduzione dei rifornimenti, anche se nelle ultime ore si è registrato un calo di 21 centesimi (1,78 al distributore di via Padulli). "Non è tanto, ma ci ha rincuorato", sorride Carini. Ma a cosa è dovuta questa improvvisa impennata? Chiarisce l'esercente: "La Russia, principale fornitore di gas per Europa e Italia, ha tagliato le forniture, e allo stesso tempo la Cina, che ha dismesso il carbone per le attività produttive, ha cominciato ad acquistare metano liquido e gassoso a prezzi alti".

Rifornimento di Metano all'area di servizio

Tuttavia, osserva il responsabile del distributore, "le quotazioni stanno scendendo dopo le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, che ha assicurato la possibilità di "aumenti delle forniture", contribuendo ad una prima flessione del costo al chilo". Ciò malgrado, è l'opinione di Carini, "il costo del metano si stabilizzerà nel periodo invernale tra 1.30 e 1.50 euro al chilo, per poi tornare sotto l'euro solo al termine dell'inverno, verso aprile. Ma questa è solo una speranza".

Federconsumatori

Intanto Federconsumatori Emilia Romagna segnala le proteste degli automobilisti. "L’Emilia-Romagna è la regione dove sono più diffuse le autovetture a metano, circa un quarto delle 980.000 complessive circolanti in Italia - viene evidenziato dall'associazione -. Bologna è la provincia italiana con maggiore quantità di autovetture a metano, mentre Ravenna è nei primissimi posti nella proporzione tra auto a metano ed il resto del parco circolante. Numeri importanti anche a Modena, Reggio, Forlì-Cesena e Ferrara. In questa condizione dopo molti anni di fermo dei prezzi (anche quando il costo degli altri carburanti scendeva) arriva la stangata; in questi giorni i metanisti sono tutti attaccati alle App e ai siti che danno conto dei prezzi applicati; tutti in fila ai distributori dove i prezzi sono variati di poco, nessuno o quasi a rifornirsi dove i prezzi sono raddoppiati, come (è solo un esempio trai tanti) in un distributore della provincia reggiana, dove il costo al kg ha raggiunto i 2,266 Euro, contro i 0,99 delle settimane precedenti".

Quale la ragione di questa impennata? Secondo le associazioni di settore non si tratta di speculazione, ma dell’effetto delle nuove forniture. "Se fosse così - sottolinea - in breve tempo tutto il settore si troverà allineato a 2/2,2 euro. Una condizione che potrebbe durare molto tempo, con un incerto rientro alla “normalità”, e dove gli effetti sulle tasche dei cittadini sarebbero importanti. Non solo, ci saranno conseguenze su tutti i cittadini, ad esempio per il peso che questi aumenti avranno sull’autotrasporto, senza dimenticare la grande quantità di mezzi di trasporto pubblici circolanti a metano. Oltre agli effetti sui cittadini si rischia di mettere in crisi un settore che da tempo era in crescita, quello del metano da autotrazione".

"Quindi un problema di prima grandezza, per il quale è difficile non pensare a speculazioni in corso, anche gravi, atteso che l’incremento del gas – per quanto rilevantissimo – non può incidere con queste modalità nel prezzo alla pompa". Per Federconsumatori deve alzarsi di molto il livello di attenzione a questo problema. "Per verificare se sono in corso fenomeni speculativi - conclude - è necessario che scendano in campo soggetti pubblici, come la Guardia di Finanza. Anche il Garante della Concorrenza e del Mercato deve interessarsi di questa situazione, prima che cessino le file davanti ai distributori più economici, perché tutti si saranno allineati in alto; troppo in alto".

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