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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Professionisti non ordinisti, secondo CNA è "un comparto in crescita"

Prosegue senza sosta la crescita dei professionisti non ordinisti, secondo i dati dell’Ufficio Studi di CNA Forlì-Cesena

Le professioni non ordinistiche sono sempre più importanti nell’economia italiana, rappresentando insieme agli ordinisti il 16% del PIL nazionale e, dopo un lungo periodo nel quale sono state considerate un “elemento laterale” del sistema, oggi rivendicano i diritti come tutti gli altri operatori. Lo fanno perché, come si desume dall’Osservatorio nazionale professioni 2018 di CNA, sono cresciuti del 3,4% ed hanno contribuito notevolmente al contenimento dell’indice di disoccupazione.

“La continua tendenza dei professionisti a crescere – secondo Paola Scalzotto, portavoce dei professionisti associati a CNA Forlì-Cesena – e a diversificarsi, si manifesta chiaramente anche nella nostra provincia, come dimostrano i dati emersi da un’indagine dell’Ufficio Studi di CNA. Se prendiamo in considerazione gli ultimi 10 anni, che possiamo fare corrispondere con la crisi, CNA ha incrementato i propri soci del 14,5%. E’ una categoria sufficientemente giovane, con il 33,4% che si colloca entro i 40 anni di età; il 43,1% è rappresentato da donne ed il 56,9% da uomini, in linea con i dati nazionali”.

In relazione ai settori di attività, troviamo il benessere e sanità con il 35,9%, le costruzioni con il 30,1% e il terziario avanzato con circa l’11%. Otto professionisti su dieci hanno conseguito titoli per l’esercizio della propria professione e nel 60% dei casi si tratta di titoli non obbligatori, che vanno pertanto ad elevare le competenze.

“Per anni siamo stati – prosegue Scalzotto – ai margini delle decisioni politiche  qualcosa è cambiato grazie alla legge 81/2017, conosciuta come Jobs Act delle professioni, che ha iniziato la costruzione di un sistema di diritti e tutele al pari di ogni altra categoria. Il percorso, però, è ancora lungo e, nonostante nell’ultimo quinquennio siano stati approvati provvedimenti a favore della categoria, il Jobs Act del lavoro autonomo resta un’opera ancora incompiuta. La legge prevedeva quattro deleghe, tutte scadute, in materia di protezione sociale dei professionisti, allargamento del raggio d’azione delle prestazioni di maternità e semplificazione delle norme su salute e sicurezza”.

Alla politica, infine, CNA chiede di favorire forme di aggregazione e di organizzazione tra i professionisti, “meno burocrazia e meno tasse” come richiesto dal presidente nazionale CNA Professioni, prof. Berloffa, in occasione della presentazione dell’Osservatorio a Roma; un welfare su misura ed una gestione separata che risponda meglio alle esigenze dei professionisti, con una rimodulazione delle prestazioni previdenziali, che includano anche i momenti di drastica riduzione del lavoro per il professionista”.

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