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Economia

Rinnovo del contratto, i metalmeccanici si fermano per 4 ore: manifestazione in piazza

Si è svolto un presidio in Piazza Saffi con piccole delegazioni da tutte le fabbriche, nel rispetto delle misure di sicurezza previste, per dare risalto alle rivendicazioni dei lavoratori in lotta per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro.

I metalmeccanici forlivesi si sono fermati giovedì per 4 ore nel giorno dello sciopero nazionale per il rinnovo del contratto. "A spingere i lavoratori verso lo sciopero, la posizione di Federmeccanica, che, sull'onda dei proclami del neopresidente di Confindustria Bonomi, ha formulato una proposta secondo cui gli aumenti salariali dei minimi contrattuali devono essere limitati all’esclusivo adeguamento dell’indice Ipca (e quindi vicino allo zero) - spiega i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm Riccardo Zoli, Giovanni Cotugno e Luca Francia -. Tale proposta viene respinta con la partecipazione massiccia agli scioperi: infatti i lavoratori chiedono aumenti in grado di recuperare potere di acquisto e invertire una rotta che vede i lavoratori di questo Paese sempre più poveri".

Video - La manifestazione dei metalmeccanici

Proseguono i sindacalisti: "La scelta di spostare la vertenza del contratto dal tavolo di trattativa all’interno delle fabbriche vuole spingere le imprese, e quindi Federmeccanica, a cambiare la loro impostazione. 2500 lavoratori di tutte le fabbriche forlivesi hanno incrociato le braccia e rinunciato a parte del loro salario per difendere il diritto ad avere un contratto nazionale che garantisca aumenti salariali, migliori le condizioni di lavoro e tuteli l’occupazione. Le percentuali di adesione allo sciopero sono state infatti importanti: al 90% in Bonfiglioli, al 80% in Marcegaglia, oltre il 65% in Electrolux, al 90% alla Fiorini Industries, al 60% in Sacmi Carpmec, al 50% alla Celli, al 50% in Pieffeci, al 50% in Anofor".

"A differenza dei loro colleghi i lavoratori della Fidia si sono fermati per 8 ore: alle 4 ore previste per il contratto si sono aggiunte altre 4 per esprimere la preoccupazioni per il loro futuro. Infatti la Fidia, che si occupa della costruzione di grandi macchine per l’automotive e l’aeronautica e che occupa circa 70 dipendenti, da tempo soffre della mancanza di commesse e recentemente non ha pagato le ultime retribuzioni ai suoi dipendenti, che sono sempre più preoccupati per il futuro dei loro posti di lavoro", aggiungono. Nel corso della giornata si è anche svolto un presidio in Piazza Saffi con piccole delegazioni da tutte le fabbriche, nel rispetto delle misure di sicurezza previste, per dare risalto alle rivendicazioni dei lavoratori in lotta per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro.

Concludono Zoli, Cotugno e Francia: "Di fronte al disegno delle organizzazioni datoriali che hanno in mente un cambiamento radicale della natura del contratto nazionale che prelude di fatto alla cancellazione di diritti fondamentali dello stesso, a partire dagli aumenti salariali i lavoratori continueranno ad opporsi e a scioperare fino alla conquista di un contratto nazionale che preveda aumenti per tutti".

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