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Riqualificazione energentica degli edifici: accordi tra Cna e i comuni

Il 40% delle emissioni di CO2 proviene dall'edilizia. Gli immobili più dispersivi sono quelli costruiti nel secondo dopoguerra. Ma gli edifici più degradati sono occupati da famiglie a basso reddito

Il 40% delle emissioni di CO2 proviene dall’edilizia. Gli immobili più dispersivi sono quelli costruiti nel secondo dopoguerra. Ma gli edifici più degradati sono occupati da famiglie a basso reddito che hanno necessità di essere supportate economicamente per sostenere l’onere di un intervento di ristrutturazione. Occorre dunque intervenire con progetti innovativi sia sul piano tecnico che finanziario. Da queste considerazioni nasce il progetto CNA dedicato alla rigenerazione urbana, che sarà approfondito nel corso dell’Assemblea annuale di CNA Colline forlivesi, che si terrà martedì 20 novembre 2012 alle ore 20.30 presso il Salone del Consiglio Comunale di Predappio.

Hanno presentato il progetto, Viviano Gentilini, direttore Cna Colline forlivesi, Diego Prati, responsabile Cna Installazioni e impianti Forlì-Cesena e Mauro Turchi, presidente Cna Castrocaro-Predappio.  Rigenerare gli edifici dispersivi e realizzare una nuova qualità dell’abitare. Lo impongono il degrado di molti quartieri e zone del nostro territorio, il livello di inquinamento, la mancanza di sicurezza di migliaia di immobili. Il progetto CNA vuole essere un contributo di peso per trovare uno sbocco positivo alla crisi che ha investito il settore delle costruzioni, contribuendo in maniera concreta al suo rilancio. Un progetto che ha un altro pregio: anziché prevedere il consumo di nuovo territorio punta a rigenerare il patrimonio edilizio invecchiato, sia esso residenziale, produttivo o alberghiero. Un’occasione unica per ridisegnare le nostre città.

L’Assemblea ha lo scopo di far conoscere il progetto e di approfondire il confronto con le Amministrazioni locali, numerose delle quali hanno già dichiarato il proprio interesse e recepito alcune delle proposte di CNA. Saranno presentate dunque le tre fasi del progetto: la prima, attualmente in corso e  finalizzata alla promozione nell’intera filiera delle costruzioni e alla selezione delle imprese e degli studi tecnici interessati a partecipare; la seconda, volta ad individuare le caratteristiche dell’edificio su cui intervenire e a definire le soluzioni economiche ottimali; la terza, relativa alla definizione di metodologia e strumenti per le valutazioni di fattibilità delle possibili soluzioni di intervento di rigenerazione e riqualificazione dell’edificio esistente.

I concetti e le parole chiave che stanno alla base della proposta che CNA e le imprese associate (oltre 2.200 a livello provinciale fra professionisti, imprese edili ed impiantistiche) formulano sono chiari: riqualificare comparti urbani sostituendo edifici energivori e obsoleti con fabbricati nei quali si vive bene. Abbattere le emissioni CO2 dei fabbricati esistenti, puntando a ricostruire in classe A. Ma è davvero possibile realizzare un progetto ambizioso come questo, in particolare in questa fase economica? Ci sono quattro motivi ben precisi per essere ottimisti. Innanzitutto, è possibile contare sulle agevolazioni fiscali del 36% o del 55%. Inoltre le banche possono giocare un ruolo strategico, con prodotti finanziari ad hoc. È poi possibile, da parte delle Amministrazioni locali, valorizzare gli immobili coinvolti concedendo incrementi volumetrici. Ricordiamo infine che un’operazione come questa porta a far crescere il valore degli immobili, oltre che a migliorare il contesto urbano, in un processo per cui la città viene ridisegnata con standard urbanistici superiori.

L’area territoriale CNA Colline forlivesi, nata nel gennaio 2012 con il nuovo modello organizzativo di cui si è dotata CNA Forlì-Cesena, comprende le vallate del Bidente, del Montone, del Rabbi e del Tramazzo. Gli 8 uffici, che vanno da Forlimpopoli a Santa Sofia, da Predappio e Castrocaro a Modigliana, occupano complessivamente 48 collaboratori. CNA Colline Forlivesi rappresenta complessivamente 2.600 imprenditori, di cui oltre 700 giovani,  650 donne e 80 stranieri. Ma anche 950 pensionati associati.

 

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