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"Ristori non sufficienti", palestre e piscine scalpitano per riaprire: le proposte di Cna

"Il Comitato Tecnico Scientifico ha individuato quelli che sono i criteri e le prescrizioni da applicare per una riapertura improntata al principio di massima cautela"

Il prossimo 5 marzo dovrebbe essere la data della riapertura delle palestre e piscine almeno dalle ultime informazioni che trapelano dalle stanze ministeriali. "Il Comitato Tecnico Scientifico ha individuato quelli che sono i criteri e le prescrizioni da applicare per una riapertura improntata al principio di massima cautela - esordisce Daniele Mazzoni, responsabile Benessere e Sanità di Cna Forlì-Cesena -. Molti di questi ricalcano quelli già applicati fino al 25 ottobre scorso, data di chiusura delle strutture: obbligo di mantenere la distanza interpersonale minima adeguata all’intensità dell’esercizio (comunque non inferiore a 2 metri), di effettuare la pulizia delle aree di contatto di ciascun attrezzo dopo ogni utilizzo da parte dell’utente con opportuno prodotto igienizzante, non utilizzo delle docce".

"In Italia il settore palestre conta 1 milione di addetti ai lavori, mentre 20 milioni sono i cittadini che frequentavano i centri. Ora, dopo la seconda chiusura, bisognerà ripartire praticamente da zero - prosegue -. Tutte queste attività sono un importante presidio per il benessere, la prevenzione e la socialità da salvaguardare e valorizzare per il ruolo che hanno nel tessuto sociale anche nel nostro territorio". "Da una indagine ulteriore - rimarca Mazzoni - le imprese hanno confermato che i ristori previsti a livello nazionale ed anche nella nostra regione non sono sufficienti: nel 2020 segnalano perdite di fatturato dal 60% all’85% rispetto all’anno precedente, i costi fissi di utenze ed affitti continuano a gravare sulle aziende chiuse, inoltre palestre e piscine dovranno restituire le quote di abbonamento non usufruite dai clienti. Va sottolineato anche che gli iscritti abituali all’attività sportiva potrebbero non tornare dopo un così lungo periodo di inattività e il titolare si troverebbe a dover iniziare da capo, avendo perso la maggior parte dei clienti fidelizzati. Le imprese, i centri sportivi, le associazioni sportive non possono più vivere in questa incertezza: è il momento di programmare la ripartenza, nel pieno rispetto delle norme anti-pandemiche, gestendo con cura e attenzione le misure di precauzione necessarie. Ma per ripartire occorre andare anche oltre: palestre, piscine pubbliche e private e centri sportivi sono realtà imprenditoriali, spesso di piccole dimensioni, di vitale importanza per la comunità e meritano sostegni diretti ed indiretti".

"I ristori - conclude Mazzoni - già previsti anche da molti Comuni della nostra zona, non saranno sufficienti: questa pandemia colpisce e colpirà duramente, oltre che la salute, anche la capacità di spesa delle famiglie e per questo è necessario pensare fin d'ora a misure che rilancino la domanda, a voucher che possano mitigare il costo per l'accesso ai vari impianti, alle palestre e alle tante attività e professionalità connesse per sostenerne la ripartenza, nell'interesse di tutta la collettività.  Servono, inoltre, politiche straordinarie che allarghino le maglie della detraibilità fiscale, non solo parziale e per i minori, ma più estensiva, almeno per un periodo limitato queste le proposte che Cna ha avanzato".

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