"Basta morti sul lavoro": i metalmeccanici incrociano le braccia
Lo sciopero è stato proclamato da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uil Uilm e verrà osservato nell'ultima ora di lavoro per ogni turno e giornaliero
I metalmeccanici incrociano le braccia per rivendicare il diritto alla sicurezza. Lo sciopero è stato proclamato da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uil Uilm e verrà osservato nell'ultima ora di lavoro per ogni turno e giornaliero. "La tragedia di Piacenza in una azienda di logistica, la morte di un lavoratore all'Ilva di Taranto e quella di un lavoratore dell'Atac, azienda dei trasporti romana - esordiscono i sindacati - non sono mai la conseguenza della fatalità ma sempre della mancanza. Dall’inizio dell'anno 500 lavoratori sono morti mentre lavoravano. È un dato inaccettabile, che rappresenta una situazione di mancato rispetto delle imprese per le procedure e le regole di sicurezza e in generale della inadeguatezza dei sistemi di prevenzione tali da assicurare effettive garanzie per i lavoratori".
"Questa realtà è la conseguenza di un clima e di comportamenti che valutano la vita e il lavoro e le condizioni in cui si svolge come variabili dipendenti dagli interessi dell'impresa e del profitto - proseguono i sindacati -. I subappalti e la precarietà lavorativa peggiorano le condizioni di lavoro e aumentano le pressioni sui singoli lavoratori. Per i lavoratori metalmeccanici un contratto nazionale che affronti queste tematiche, vuole dire porre argine a questa situazione perché si rendono più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti e dl una condivisa e diffusa cultura della sicurezza".
"Fim, Fiom, Uilm "riconfermano li loro impegno per garantire un lavoro sicuro e con diritti e dichiarano la loro contrarietà a qualsiasi intervento che peggiori le norme sulla sicurezza". Per l'insieme di queste ragioni i sindacati nazionali hanno proclamato per mercoledì un'ora dl sciopero, invitando le Rsu a realizzare assemblee in tutti i luoghi di lavoro. "Il diritto alla vita di un lavoratore è un bene assoluto che nessuno può cancellare", evidenziano i sindacati.
Da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uil Uilm l'invito "a tutti i lavoratori di aderire in maniera massiccia per dimostrare che non slamo più disponibili a tollerare quella che possiamo definire una vera e propria "guerra" silenziosa, dove si lasciano sole le famiglie alla propria disperazione, salvo i casi più eclatanti, per i quali si muove un indignazione istituzionale che dura fino ai funerali per poi lasciare che tutto torni come prima. E' il momento di dire basta".