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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, i metalmeccanici incrociano le braccia

I primi a scioperare sono stati i lavoratori della Trasmital e della Pieffeci. In seguito è toccato ad altre aziende

In questa settimana, nelle più grandi aziende metalmeccaniche di Forlì, i lavoratori hanno incrociato le braccia per tornare ad accendere i riflettori sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. "Questo sciopero dà seguito alla mobilitazione regionale indetta dai sindacati confederali lo scorso 26 aprile, in cui era stata proclamata un'ora di astensione collettiva dal lavoro - spiegano da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil -. Lo sciopero di questi giorni vuole ribadire in modo ancora più forte che l'integrità fisica di chi per vivere ha bisogno di lavorare deve rappresentare un punto nodale e imprescindibile di un modello di sviluppo sostenibile, che metta al centro la qualità del lavoro e del prodotto".

"Continuare la mobilitazione per lavorare un maniera sicura è un punto molto sentito dai lavoratori metalmeccanici che per tutta la settimana hanno manifestato la loro adesioni alle iniziative promosse da Fim Fiom e Uilm - proseguono i sindacati -. I primi a scioperare sono stati i lavoratori della Trasmital e della Pieffeci: martedì hanno dato vita a 2 ore di sciopero con un’adesione del 75%. Giovedì hanno invece scioperato per 3 ore i lavoratori della Marcegaglia con un 80% di adesione allo sciopero. In Electrolux invece le Rsu di stabilimento ha deciso di ampliare lo sciopero, aggiungendo alle due ore di sciopero sulla sicurezza altre due ore su temi interni e per protestare contro le continue pressioni ai lavoratori in linea di montaggio, migliorare le condizioni di lavoro in termini di ergonomia e sicurezza e chiedere il miglioramento del servizio mensa; anche in questo caso l’adesione allo sciopero è stata massiccia con oltre il 70%  di operai che hanno incrociato le braccia".

"In queste giornate dunque più di 1400 lavoratori hanno deciso di scioperare e rinunciare a quote del loro salario per ribadire il concetto sacrosanto che non si può morire sul posto di lavoro e che è necessario investire nella sicurezza - concludono i sindacati -. La mobilitazione in corso a livello nazione vuole chiedere normative in materia più stringenti, maggiori risorse per accertamenti e controlli reali e continuativi sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e l'obbligo alla formazione degli addetti sui rischi generali e specifici in cui possono incorrere nelle postazioni e nelle mansioni di lavoro".
 

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