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Economia

Lo sciopero dei taxisti, Cna al Governo: "E' necessaria un po’ di chiarezza"

"La protesta potrà essere ripetuta in altre giornate, anche con modi differenti, fino a quando questo Governo non darà risposta agli impegni presi", annuncia Cna

Parte da lontano la protesta dei taxisti. È infatti dello scorso 28 febbraio il primo tentativo di riformare la 21/92, legge quadro del settore. Il tavolo tecnico convocato al ministero dei Trasporti, presenti tutte le associazioni dei taxi e degli Ncc (auto a noleggio con conducente), aveva evidenziato un comune riferimento nell’unica forma di tutela che la costituzione prevede rispetto all’attività economica: il lavoro. "In tale occasione si era ribadito che Taxi e Ncc sono due servizi diversi, che rispondono ad esigenze diverse del consumatore, non in concorrenza tra loro e che tali devono rimanere - commentano da Cna -. A seguito di quell’incontro, niente si era concretizzato e la regolamentazione che un decreto avrebbe dovuto realizzare, è rimasta una vana promessa, con problemi come la legalità nel settore, la lotta ai fenomeni di abusivismo e le normative sulle piattaforme tecnologiche ad assumere il sapore della beffa".

"La situazione si è successivamente aggravata con l’apparire sul mercato di multinazionali che stanno trasformando quelli che sono fenomeni di insopportabile abusivismo, in vero e proprio “caporalato digitale” - viene aggiunto -. Precisiamo che tale fenomeno non va in dispregio soltanto del servizio pubblico e dei diritti sul lavoro, ma finanche dell’incolumità degli utenti. L’incontro dello scorso 19 ottobre, non ha scongiurato il fermo da tempo indetto per il 21 novembre e motivato dall’assenza nell’ipotesi di riforma di un vero contrasto all’ingresso sul mercato delle multinazionali di settore. Aberrante appare anche il tentativo di cancellare il principio di territorialità, obbligare i taxisti e noleggiatori a montare scatole nere sulle autovetture, permettere a soggetti non titolari di licenze taxi di fare attività di intermediazione e conclusione contratti, nonché di quella di consentire a piattaforme non trasparenti nei confronti dell’utenza, di operare liberamente. È anche per i succitati motivi che nella sede nazionale di Cna, proprio la scorsa settimana, è stato siglato uno storico accordo che disciplina le attività di taxista e di noleggio con conducente e che finalmente ha ridato unità e solidità alla categoria del trasporto persone con autovettura, in agitazione nei confronti del governo".

Due i punti salienti dell’accordo. "Nell’intesa si chiede che nell’arco di un anno le regioni, sulla base di parametri economici certi e stabiliti a livello nazionale, decidano il fabbisogno e i contingenti di autorizzazioni degli Ncc e prevedano un sistema certo di sanzioni, per quanti risultassero inadempienti - evidenzia Cna -. Le nuove tecnologie e le piattaforme rappresentano uno degli strumenti più efficaci per incrementare la domanda e migliorare l’offerta. In questo ambito nell’intesa si chiede, tra l’altro, di prevedere: per l’iscrizione al Registro delle piattaforme tecnologiche un regime più favorevole e semplificato per quelle gestite dagli operatori del settore; l’obbligo di pagare le tasse nel nostro Paese anche alle piattaforme che hanno sede legale all’estero; il divieto di intermediazione e di conclusione dei contratti con soggetti non titolari di licenze Taxi e/o di autorizzazioni Ncc; la remunerazione di tutti i servizi di intermediazione direttamente da parte del cliente che beneficia del servizio. La protesta potrà essere ripetuta in altre giornate, anche con modi differenti, fino a quando questo Governo non darà risposta agli impegni presi in rispetto dei lavoratori del settore, del servizio pubblico e del basilare principio di leale concorrenza".

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